Acilia: la pista albanese per l’omicidio di Paolo Corelli, freddato davanti a moglie e madre

Potrebbe essere un albanese il killer che ha ucciso il commesso del supermercato. Lo strazio della moglie e della madre di Paolo Corelli

san giorgio di acilia

Il killer si è mosso con determinazione. Tre colpi di pistola, due alle spalle e uno al torace per finire la vittima. Poi la fuga a piedi, inseguito dalle urla di disperazione della moglie, testimone dell’esecuzione. E, subito dopo, il pianto addolorato della madre, scesa da casa dopo il rumore degli spari.

Potrebbe essere un albanese il killer che ha ucciso il commesso del supermercato. Lo strazio della moglie e della madre di Paolo Corelli

E’ la terribile sequenza dell’omicidio (leggi qui) che ieri mattina, lunedì 14 febbraio, intorno alle 6,10 in via Ettore Roesler Franz, ad Acilia, ha messo fine alla vita di Paolo Corelli, 47 anni, incensurato, addetto all’ortofrutta del supermercato Emmepiù di via delle Ombrine a Fiumicino. L’agguato mortale è avvenuto sotto gli occhi della moglie, davanti alla macchina della coppia che si stava per avviare a lavoro.

Ad eseguire l’attentato un uomo che aveva il volto coperto dalla mascherina chirurgica, un berretto da baseball e il cappuccio della felpa. Conosceva bene gli orari della vittima che ha aspettato in strada quando albeggiava. Ha sparato tre colpi di pistola con l’intento di uccidere: i proiettili hanno raggiunto Corelli  due alle spalle e uno al torace, quest’ultimo esploso quando ormai era a terra. “Ho sentito gli spari e sono scesa giù, l’ho trovato per terra, per strada – racconta a Il Messaggero la mamma, Erminia, che vive con il marito Aldo nello stesso complesso di case popolari – Paolo era già morto. Bello di mamma è sempre stato pulito, un bravissimo ragazzo. Questi miserabili, maledetti, tutti maledetti. Dovranno fa una brutta fine”.

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I genitori di Paolo Corelli, mamma Erminia e papà Aldo

Gli investigatori hanno sequestrato il cellulare della vittima e sperano di risalire ad eventuali “rapporti” a rischio della vittima. La perquisizione domiciliare ha dato esito negativo: né armi, né droga, né traffici sospetti. Le immagini di alcune telecamere della zona, con le dichiarazioni dei parenti più stretti della vittima, hanno fornito agli inquirenti alcune piste da seguire come quella che il killer possa essere un albanese, scappato a piedi e probabilmente atteso da un complice poco distante. “Se Paolo abbia pestato i piedi a qualcuno non lo so. Certo per arrivare ad ammazzare una persona deve esserci stato un fatto grave, anche se oggi ti ammazzano pure per un posteggio” ha commentato all’Ansa il padre Aldo che al TG1 ha aggiunto: “Una volta ho visto con lui una persona poco raccomandabile e l’ho messo in guardia. Lui mi ha risposto ‘Papà fatti i fatti tuoi, ho 50 anni so quello che faccio’”.

Le indagini, dei carabinieri del nucleo investigativo di Ostia, coordinate dalla procura di Roma, stanno percorrendo diverse piste investigative tra cui quella di un eventuale collegamento con il fratello della vittima, Claudio, attualmente agli arresti domiciliari per reati di droga. Nei fine settimana Paolo ha lavorato qualche volta anche come addetto alla sicurezza delle discoteche ma, dato il lungo periodo di chiusura da covid, difficile ipotizzare che l’efferato delitto possa essere maturato in quell’ambiente.

In giornata sono stati resi noti anche i dettagli dell’autopsia.

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