Pandemia: allarme inquinamento marino. Reti da pesca piene di mascherine (VIDEO)

Lo raccontano i pescatori che operano nel tratto di costa tra Ostia e Fiumicino

Una montagna di mascherine sul fondale marino nel tratto di costa tra Ostia e Fiumicino. Lo raccontano i pescatori che si rendono disponibili a portare a terra la plastica che raccolgono.

Pandemia e inquinamento marino. Le reti da pesca piene di mascherine

Non bastava la plastica comune di bottiglie, imballaggi e contenitori a inquinare il fondale marino. Adesso ci sono anche le mascherine. Tonnellate di mascherine, che hanno creato un tappeto di polipropilene che sta soffocando il fondo del mare compresa la flora di coralli, alghe, spugne e la fauna più piccola.

Ormai è risaputo, ogni anno, circa 8 milioni di tonnellate di plastica finisce in mare, mettendo in pericolo l’ecosistema marino, rovinando le spiagge e danneggiando la salute di uomini e animali.

Si stima che, entro il 2050, il 99% degli uccelli marini avrà ingerito della plastica e che in mare ci sarà più plastica che pesci.

A Fiumicino a riguardo si era tentato un progetto proprio con i pescatori e aveva riscosso grande successo. (clicca qui) A disposizione degli operatori del settore ittico venivano messi dei contenitori e data l’autorizzazione a raccogliere la plastica, tirata sù con le reti. Dopo qualche mese di attività il progetto è stato però interrotto e ora l’unica strada “legale” per i pescatori che raccolgono plastica in mare e quella di rigettarla in acqua.

«Fino a poco tempo fa – racconta un pescatorefacevamo la raccolta ma al momento ci hanno detto di stare fermi, siamo costretti a ributtarla in marenon possiamo portarla a terra senza permesso, rischiamo sanzioni.»

Il polipropilene, il materiale di cui sono composte le mascherine, è a tutti gli effetti una plastica e come tale, con il passare del tempo, non sparisce ma si frammenta in piccole particelle microscopiche inferiori ai 5 mm di diametro, che costituiscono le principali cause di morte per soffocamento di pesci ed uccelli marini perché vengono scambiati per cibo.

Secondo gli studi più recenti sono 115 le specie marine a rischio, dai mammiferi agli anfibi, passando per i volatili. Le cause di morte sono soffocamento e ingestione, ma anche intrappolamento e ferite.

 

Il servizio è di Mara Azzarelli.

 

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