Incendio doloso di cassonetti sul lungomare: ancora un attacco piromane sotto le telecamere di videosorveglianza posizionate dal X Municipio
Bruciano ancora i cassonetti di Ostia, come del resto succede nel resto della Capitale. I piromani la notte scorsa hanno scatenato la loro furia distruttrice sul lungomare, proprio sotto le telecamere di videosorveglianza posizionate diversi mesi fa dal X Municipio (leggi qui) al costo di 250mila euro. E i residenti si chiedono: ma quegli occhi elettronici che dovevano fare da deterrente, funzionano veramente?
I cassonetti sono andati a fuoco in lungomare Duca degli Abruzzi, non distante da dove si erano consumati gli ultimi attentati incendiari. Il triangolo di fuoco si conferma tra piazza Gasparri, l’ex colonia e corso Duca di Genova. Vale la pena di ricordare gli episodi di via delle Sirene (leggi qui), piazza Calipso (leggi qui), via Angiolo Pasqui (leggi qui) ma, soprattutto, i bagni prefabbricati della spiaggia libera di piazza Gasparri (leggi qui).
L’episodio consumato il 16 settembre sull’arenile pubblico, infatti, già fece rimbalzare l’interrogativo sul corretto funzionamento del sistema di videosorveglianza che l’amministrazione pentastellata ha giustificato proprio con la funzione di deterrenza contro gli atti vandalici e criminali. Nessuno da parte del X Municipio ha mai risposto a quella domanda. Quesito che dopo l’incendio della notte scorsa si ripropone con ancora più forza: ma funzionano le telecamere del lungomare?
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