Covid: “Abbiamo i fucili, ma non le munizioni”. L’appello dei medici di base sui vaccini (VIDEO)

Anche se gli slogan parlano di una mega-campagna vaccinale – addirittura con somministrazioni notturne - scarseggiano le dosi anche per i pazienti più fragili.

Abbiamo i fucili, ma non le munizioni”. Si sentono disarmati i medici di medicina generale di Ostia e del Lazio. Negli studi arrivano pochi vaccini anti-Covid.

Ostia: l’appello dei medici di base per richiedere maggiori dosi di vaccino

Si sentono disarmati i medici di base di Ostia e del Lazio. Anche se gli slogan parlano di una mega-campagna vaccinale – addirittura con somministrazioni notturne – scarseggiano le dosi anche per i pazienti più fragili.

Vaccinare di notte, o anche di domenica. Somministrare le dosi negli stadi, nei palazzetti dello sport, nelle piazze. Arruolare per la somministrazione anche farmacisti, infermieri, operatori sanitari. Sono questi gli “annunci-slogan” che siamo abituati a sentire. Come se il problema del rilento – esasperante – della campagna vaccinale anti-Covid fosse la mancanza del tempo o degli spazi o del personale. A mancare, molto più semplicemente, sono i vaccini. Parola dei medici di base. Loro, che fra i primi furono arruolati per questo scopo, ne ricevono una dose ridicola e non riescono a tutelare neanche i pazienti più fragili.

La distribuzione è a rilento  – spiega Alberto Chiriatti, vicesegretario regionale della federazione italiana medici di medicina generale – nonostante il grandissimo lavoro della farmacia dell’ASL Roma 3. E’ chiaro che se ci danno, e non ce li hanno dati, un flaconcino a settimana da 11 dosi, più qualche dose di Pfizer (6-12 dosi), siamo su numeri bassissimi.

Rispetto ad altre categorie  – prosegue – noi abbiamo il cosiddetto rapporto fiduciario, la base della medicina generale di famiglia, per cui il signor ‘Rossi’ sa che se vaccino prima la signora ‘Bianchi’ vuol dire che ha determinate problematiche e le va somministrata prima la dose.

Garantisco che i cittadini hanno voglia di vaccinarsi nei nostri studi. Non è soltanto un problema italiano, ma c’è un grosso problema di distribuzione. Allargare il numero di soggetti che vaccinano continuando ad avere una quantità di vaccini scarsi lascia un po’ perplessi. Noi ci siamo e abbiamo dato una grossa disponibilità, ma ci sentiamo come i soldati in prima linea che hanno i fucili, ma non hanno le munizioni“. – conclude Chiriatti.

A rincarare la ‘dose’ nelle ultime ore un comunicato della Fimmg Lazio la federazione dei medici di famiglia regionale che lancia l’allarme sulla campagna di vaccinazione in atto.

I medici di medicina generale sono l’ossatura del sistema sanitario nazionale ma sono fermi al palo.  – si legge nella nota – è assurdo, ricevono dosi di vaccino con il contagocce, con un sistema di distribuzione caotico, spesso arbitrario, senza certezze. Non abbiamo nessuna sicurezza sulle dosi, ci danno quello che avanza al sistema, oppure ci chiedono di fare quello che non sono in grado di fare loro: i domiciliari, ma secondo le loro agende, non sulla scorta delle priorità che il medico conosce per i propri pazienti.

E’ disperante dover dire ai pazienti: non possiamo fare nulla, disdire gli appuntamenti dati, dire ricorrete alla prenotazione. E’ umiliante. Si privilegiano gli hub, ma puntare solo e soltanto su queste strutture, è un errore. Aprire punti vaccinali negli ospedali dovrebbe essere opzione aggiuntiva, finale, e invece si va verso la ospedalizzazione anche di questa battaglia che, per essere vinta deve coinvolgere il territorio.

La Lombardia è nel caos proprio perchè ha puntato sull’ospedalizzazione estrema umiliando il territorio e i medici che lo presidiano. Vedere anziani alla Nuvola ed in altri hub in fila, spesso accompagnati, non è un bello spettacolo. Dovrebbe essere la soluzione di sostegno non la via principale. Se si vuole vincere questa guerra serve che i medici di medicina generale vengano riforniti regolarmente di vaccini. Inutile mettere in campo farmacisti o altre figure. Inutile creare pasticci. Serve linearità.

Ben venga l’aiuto di tutti ma la prima linea, quella presente ovunque in questa Regione e in questo paese, venga messa in condizione di fare la propria parte. L’Inghilterra lo ha fatto e i risultati si vedono. La carenza di vaccini è un problema oggettivo, ma ora sono in arrivo 5 milioni di dosi. Ecco invertiamo il meccanismo, dateci i vaccini per gli anziani delle città, dei paesi, dei piccoli centri delle frazioni, in montagna come al mare. I pazienti lo chiedono e noi oggi siamo costretti all’impotenza.

Ci rivolgiamo al generale Figliuolo perchè indichi con decisione alle Regioni di imboccare questa strada , chiediamo alla Regione Lazio di essere protagonista di questo cambiamento : Riservare una quota, cospicua, dei nuovi arrivi alla medicina generale, confidando nella organizzazione dei medici che funziona. Noi siamo in grado di fare milioni di vaccini, lo abbiamo dimostrato. Dateci i vaccini, eliminate la burocrazia in eccesso. Date i vaccini alla prima linea altrimenti questa guerra non si vince”. – conclude la nota della Fimmg Lazio la federazione dei medici di famiglia regionale.

Servizio di Gabriella Tesoro

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