Cambiamenti Climatici, inviata a Bruxelles la Strategia nazionale di lungo periodo

cambiamenti climatici

La Strategia nazionale di lungo periodo sui cambiamenti climatici è stata inviata alla Commissione europea.

Cambiamenti Climatici, inviata a Bruxelles la Strategia nazionale di lungo periodo

I contenuti della Strategia di lungo termine sulla riduzione delle emissioni dei gas a effetto serra è stata elaborata nell’ambito degli impegni dell’Accordo di Parigi, che invita i Paesi firmatari a comunicare entro il 2020 i propri piani fino al 2050.

L’Italia si è mossa con qualche mese di ritardo rispetto alla scadenza del 2020 ma comunque ha presentato una strategia basata su:

  • riduzione della domanda di energia, soprattutto grazie al calo della mobilità privata e dei consumi in ambito civile
  • decisa accelerazione delle rinnovabili e della produzione di idrogeno
  • potenziamento e miglioramento delle superfici verdi, per aumentare la capacità di assorbimento di CO2
  • ripristino delle superfici degradate e interventi di rimboschimento
  • elettrificazione e gestione sostenibile del territorio

Cambiamenti Climatici, inviata a Bruxelles la Strategia nazionale di lungo periodo 1

 

In questo modo l’Italia si conferma tra i Paesi più attivi e motivati per il raggiungimento del target della COP 21, che è quello di mantenere il riscaldamento globale entro il limite di 2 gradi. Tale obiettivo richiederà necessariamente l’inizio delle “emissioni zero” a partire da un periodo compreso tra il 2030 e il 2050. Per chiudere il gap emissivo e arrivare alla sperata neutralità climatica saranno determinanti le scelte politiche ad elevato impatto sociale ed economico, ma sarà ancora più fondamentale la coesione internazionale nel processo di decarbonizzazione.

Inoltre la Strategia sui cambiamenti climatici risulta in linea con il Piano nazionale integrato energia e clima (Pniec), che ha recepito le novità contenute nel Decreto Legge sul Clima e quelle sugli investimenti per il “Green New Deal” previste nella Legge di Bilancio 2020.

In questo documento vengono stabiliti gli obiettivi italiani per il 2030 sull’efficienza energetica, sulle fonti rinnovabili e sulla riduzione delle emissioni di CO2, nonché quelli in tema di sicurezza energetica, interconnessioni, mercato unico dell’energia, sviluppo e mobilità sostenibile.

I progetti del nostro Paese sono dunque molto ambiziosi e sicuramente dettati dalla crescente pressione sia della politica europea, sia dell’opinione pubblica in materia. Per di più, l’uscita dell’Inghilterra dall’Unione sta determinando una spirale di comportamenti virtuosi, che porteranno al ribasso delle emissioni comunitarie.

Infatti, poiché era la Gran Bretagna a detenere il primato di produzione di combustibili fossili in Europa, al momento questo titolo sembra essersi addossato alla Danimarca, Paese che è in realtà tra i maggiori produttori di eolico. Dunque si stima che questo titolo di “maggiore inquinatore” non resterà per molto tempo a pesare sul territorio danese, ma anzi passerà al terzo maggiore produttore: l’Italia. A sua volta il nostro Paese cercherà di efficientarsi e di elettrificarsi, facendo scalare il titolo sempre più in basso fino alla totale decarbonizzazione dell’Unione Europea nel 2050.

 

Articolo di Alessia Pasotto

dottoressa in Economia dell’Ambiente e dello Sviluppo

su Instagram @natur_ale_

 

canaledieci.it è su Google News:
per essere sempre aggiornato sulle nostre notizie clicca su questo link digita la stellina in alto a destra per seguire la fonte

 

Leggi anche: Politica agricola comune: la riforma della PAC Europea

Politica agricola comune: la riforma della PAC Europea