Lavoratori Alitalia a rischio stipendi in caso di mancato arrivo dei 73 milioni di euro previsti dal Decreto Rilancio. Intanto prosegue lo scontro tra Pd e Forza Italia sui finanziamenti per il rilancio della compagnia di bandiera.
Alitalia: prosegue lo scontro sui finanziamenti e intanto i dipendenti rischiano gli stipendi
Mentre va in scena l’ennesimo scontro sui finanziamenti per la Newco Ita, con le opposizioni che chiedono un concreto piano industriale per il rilancio della compagnia di bandiera senza spreco di denaro pubblico, i dipendenti ex Alitalia attendono con ansia la tranche di 73 milioni prevista dal Decreto Rilancio per il pagamento degli stipendi.
Si dicono preoccupati per i lavoratori, il segretario del Pd Lazio Bruno Astorre, membro della Commissione Trasporti di Palazzo Madama, e Rocco Lamparelli, responsabile Forum mobilità del Pd Lazio.
“Come Pd – spiegano Astorre e Lamparelli – abbiamo chiesto di fare ogni sforzo per definire il pagamento degli stipendi. Stiamo lavorando da tempo ad un piano forte e certo per lo sviluppo della compagnia nel momento in cui il mercato potrà ripartire e chiesto di sveltire il percorso di autorizzazione da parte dell’Unione europea per la partenza della nuova Alitalia, sbloccando la procedura di vendita con il trasferimento di tutto il perimetro delle attività.
Il Governo – aggiungono – ha fatto un investimento considerevole sotto il profilo finanziario sulla nuova compagnia, per rilanciare la nostra economia anche facendo leva sul turismo e per tutelare le migliaia di lavoratori. Pertanto chiediamo che le norme dell’Ue sulla concorrenza non impediscano a un soggetto pubblico di investire, nel vettore di bandiera, come hanno fatto altri Paesi europei, a condizione che lo si faccia, operando come un investitore privato con regole di mercato. Per queste ragioni esigiamo pari trattamento e rispetto sinora mostrato ai nostri competitor europei.
Vogliamo che la Newco debba poter contare sul personale dipendente di Alitalia in amministrazione straordinaria, brand, logo, beni strumentali indispensabili alla produzione, slot, handling e manutenzione perché costituiscono un patrimonio produttivo importante”. – concludono Astorre e Lamparelli.
Sulla questione è intervenuta anche la deputata di Forza Italia, Elvira Savino, che ha dichiarato:
“In assenza di una politica industriale, di un piano di rilancio concreto e fattibile per la newco Ita, il Governo finora ha soltanto pensato a chiedere altri soldi ai contribuenti. Si parla di ulteriori 200 milioni di euro, per far sopravvivere l’ex compagnia di bandiera in amministrazione straordinaria: un pozzo senza fine.
È dal Governo Conte 1 – aggiunge Savino – che Toninelli, Di Maio, Patuanelli, a vario titolo, parlano di rilancio internazionale, di sinergie con partner stranieri di primo piano, di investimenti, di apertura al mercato: tutte chiacchiere. La politica dei Cinquestelle è anti-industriale e mira solo a nazionalizzare e statalizzare.
Siamo preoccupati per il futuro dei lavoratori di Alitalia, per i quali chiediamo una soluzione che ne salvaguardi l’occupazione, ma siamo altrettanto preoccupati di vedere gettati al vento i soldi dei contribuenti italiani“. – conclude Savino.
Intanto, il commissario straordinario di Alitalia Giuseppe Leogrande incontrerà mercoledì prossimo i sindacati. L’incontro, come si legge nella convocazione inviata a Filt Cigl, Fit Cisl, Uiltrasporti e Ugl Trasporto aereo, è fissato per le 14 a Fiumicino.
Sempre mercoledì, alle 17.30, il commissario parteciperà ad una riunione con le sigle professionali Anpac, Anpav e Anp e l’Usb lavoro privato.
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