Lo stabilimento balneare “La Casetta” è tornato nelle mani del vecchio concessionario. Che però non potrà fare nulla per “ricostruirlo” se non difendere l’impianto da ulteriori assalti di vandali e senzatetto.
E’ stata una pattuglia della Polizia locale di Roma Capitale questa mattina, mercoledì 21 ottobre, a rimuovere i sigilli del sequestro allo stabilimento balneare di lungomare Amerigo Vespucci 66. Dopo quattro anni di abbandono e una sentenza del Tribunale di Roma, il Campidoglio ha dovuto ammettere che è stato commesso un madornale errore: nessuna opera abusiva è stata costruita sulla concessione demaniale. “Il fatto non sussiste” è, infatti, l’assoluzione con formula piena arrivata dalla IV Sezione penale con sentenza firmata dal giudice, Roberta Di Gioia, il 2 ottobre 2019.
Nella sentenza di assoluzione vengono considerate probanti le due relazioni consegnate dai rispettivi consulenti Adelio Rossi per il giudice e Alessandro Michelon per le parti: “emerge in modo univoco e indiscutibile che la volumetria della palazzina ristorante e della tavola calda non è stata modificata dopo la data di incameramento dei beni risalente al febbraio 1992”. Circostanze ribadite anche da alcune testimonianze: tanto che il giudice scrive che “tutte le dichiarazioni fornite dai testi e dalle relazioni tecniche non risultano contraddette da alcun elemento probatorio addotto dall’accusa”, rappresentata nella fattispecie dal Comune di Roma X Municipio.
Qui può guardare il video e leggere la storia de “La Casetta”.
Il sequestro era stato disposto dal gip Alessandra Boffi il 20 maggio 2016 sulla scorta della relazione presentata dalla Polizia locale di Roma Capitale. Da allora lo stabilimento “La Casetta”, una volta simbolo del lusso e della qualità nella balneazione, è sprofondato in uno stato di abbandono, di distruzione e occupazioni abusive senza apparente ritorno.
I vandali hanno distrutto praticamente tutto ciò che si poteva: vetrate mandate in frantumi, arredi gettati nella piscina, cabine scardinate. Come se non bastasse, la natura ci ha messo del suo con l’erosione che ha fatto crollare il bar di spiaggia e divelto le cabine più prossime alla battigia.
Ora, con questo atto, “La Casetta” viene riconsegnata al vecchio concessionario, Giovanni Salabè, mentre il custode giudiziario resta un funzionario dell’amministrazione. Ciò significa che, senza rinnovo della concessione (negato adducendo come pretesto i presunti abusi smentiti dalla sentenza), nessun intervento può essere fatto per il ripristino delle originarie condizioni. Insomma, un atto dovuto che, in questi termini, è semplicemente una beffa.