“Umberto Rello non sono io”: lo ribadisce chiaramente il cittadino di Pomezia vittima di una macabra intimidazione e che ora teme per la sua incolumità
Torna a parlare la vittima delle minacce subite lo scorso 27 aprile a Pomezia, scambiata per l’amministratore del profilo facebook che da diversi mesi sta diffondendo fake news nel territorio. Svegliato dall’abbaiare del suo cane, infatti, l’uomo aveva trovato nel pianerottolo della sua abitazione di Piazzale delle Regioni, un ordigno rudimentale insieme a una testa di gallo e a un messaggio minatorio.
L’episodio è stato colto da alcuni come una conferma della sua colpevolezza e da quel momento in poi vivere in città per lui e tutta la sua famiglia è diventato impossibile. Siamo andati a trovarlo e a sorpresa ha voluto rivelare la sua identità, senza però essere ripreso in volto.
Non è chiaro se il responsabile, o i responsabili, dell’attacco minatorio e chi sta dietro il profilo di Umberto Rello siano le stesse persone.
A seguito della denuncia, è stata aperta un’indagine che è ancora in corso. Non è chiaro addirittura se il responsabile, o i responsabili, dell’attacco minatorio e chi sta dietro il profilo di Umberto Rello siano le stesse persone. Aldilà di tutto, la vicenda deve far riflettere sulla pericolosità di un uso improprio dei social network, che in alcuni casi, come questo, rischiano di essere la scintilla di una bomba che laddove non scoppia in tragedia, finisce per lasciare comunque una scia d’odio ingiustificata.
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