I medici dell’ospedale Grassi, a Ostia, hanno proclamato lo stato di agitazione. I rappresentanti sindacali del personale hanno indetto una protesta unitaria contro le scelte e l’atteggiamento che sarebbe stato manifestato dalla dirigenza Asl in occasione della diffusione del covid-19 all’interno del reparto di Medicina per pazienti non positivi (leggi qui la notizia).
In una nota congiunta le rappresentanze sindacali di categoria annunciano anche il ricorso alle vie legali per la tutela dei diritti lesi.
Il contagio si è diffuso nel reparto covid-free dell’ospedale lo scorso venerdì 22 gennaio: a partire da quel giorno sono stati bloccati tutti i nuovi ricoveri, con conseguenze pesanti per pazienti utenti di tutta la zona.
Il personale medico, rappresentato dai sindacati Cgil, Uil, Anaao-Assomed, Anpo, Fesmed, Smi e Cimo, esprime “viva preoccupazione per la ormai critica, insufficiente qualità organizzativa delle attività assistenziali dell’ospedale Grassi”, si legge nel comunicato congiunto delle sigle confederali.
Insufficiente qualità – proseguono i sindacati – “culminata nella recente diffusione del contagio nel reparto di Medicina con rischio di ulteriore impoverimento delle possibilità operative della struttura a favore dei Pazienti ‘Covid’ e ‘non Covid’, con questi ultimi sempre più esclusi dalla possibilità di cure”.
“Si continua ad assistere a uno stile gestionale verticistico, estemporaneo, impositivo, a volte persino minaccioso al limite della protervia”, si legge ancora nel comunicato, “capace di produrre azioni improvvisate, oltre il rispetto di ogni procedura anche puramente informativa, difficilmente comprensibili, frutto di insondabili finalità”.
“Il tutto nel contesto della mancata attuazione da più di un anno dell’atto di programmazione aziendale e della mancata firma del contratto di lavoro del 2019”, affermano i rappresentanti sindacali del personale medico del Grassi.
I rappresentanti dei medici, “ritenendo loro dovere istituzionale difendere la salute e il benessere dei lavoratori in ogni accezione del termine, e avendo assunto come valore fondante la tutela della dignità delle Persone come comunità Civile, dichiarano lo stato di agitazione e si riservano di adire le vie legali a tutela di Diritti lesi”, conclude il comunicato.
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