Ostia, niente bagnini per le spiagge libere: “Meglio lavorare negli stabilimenti, pagano il giusto”

Nuovo flop dell’amministrazione pubblica: non è stato aggiudicato l’appalto per il servizio di salvataggio sulle spiagge libere urbane di Ostia. Nulla di fatto anche per Castelporziano e Capocotta

Bagnino salva due donne ad Ostia: erano state trascinate via dalla corrente
Foto di archivio

Salvataggio in alto mare per le spiagge libere urbane di Ostia. Il X Municipio non ha aggiudicato la gara d’appalto per il servizio di salvamento nelle due stagioni balneari 2024 e 2025. Le due ditte che avevano partecipato alla gara non sono state giudicate idonee. La verità è che si tratta di un appalto antieconomico, come suggeriscono i marinai di salvataggio più esperti del litorale. “Meglio andare a lavorare negli stabilimenti balneari privati” sostengono.

Nuovo flop dell’amministrazione pubblica: non è stato aggiudicato l’appalto per il servizio di salvataggio sulle spiagge libere urbane di Ostia. Nulla di fatto anche per Castelporziano e Capocotta

Gara non aggiudicata per mancanza di offerte valide relativamente all’affidamento dell’appalto biennale dei Servizi connessi alla balneazione indispensabili per la tutela della salute e dell’incolumità pubblica sulle spiagge libere del litorale di Ostia per le stagioni balneari 2024 e 2025”: è la sentenza scritta nella determina relativa alla procedura. A poco più di un mese dall’inizio della stagione balneare tutte le spiagge libere di Ostia, Castelporziano e Capocotta hanno un destino assolutamente indefinito riguardo il servizio di salvamento.

La gara d’appalto, indetta con una dotazione economica di 1,05 milioni di euro dei quali 875mila destinati alla manodopera, prevedeva l’organizzazione di in totale di 17 postazioni di salvataggio, una ogni cento metri delle spiagge libere di lungomare Duca degli Abruzzi, dell’ex Faber Beach, dell’ex colonia, dell’ex Spiaggetta, della Spqr e del campeggio.

Due le ditte che hanno presentato le loro offerte ma, dopo un rinvio del loro esame a data da destinarsi, si è deciso di respingerle entrambe. “Non è stato possibile individuare un operatore economico che abbia presentato una offerta valida” si sintetizza nel provvedimento di mancata aggiudicazione.

Appalto antieconomico

Poiché non è il primo anno che falliscono le gare d’appalto per il servizio di salvamento sulle spiagge libere (è aperto persino un procedimento penale per la morte di una donna annegata in assenza di sorveglianza sulla spiaggia libera di Ponente), è evidente che c’è un problema a monte. Questo limite si chiama proposta antieconomica. “Poiché il margine economico è inferiore al costo secondo il contratto nazionale di lavoro – rivela un marinaio di salvataggio di vecchio corso – le ditte sono costrette ad applicare trattamenti economici inferiori. E riguardo alle normative rischiano di non passare l’esame tecnico nella gara d’appalto”.

Marinai in via d’estinzione

C’è, poi, una questione diciamo sistemica e riguarda la carenza di marinai di salvataggio, una figura in via d’estinzione. Sempre meno, tra loro, sono disposti a lavorare in condizioni penalizzanti rispetto al contratto nazionale che, invece, viene applicato alla lettera presso gli stabilimenti balneari. “I controlli della Guardia Costiera sono particolarmente stringenti verso i concessionari – aggiunge il bagnino – e questi per stare perfettamente in regola pagano i marinai di salvataggio meglio rispetto alle ditte appaltatrici dell’ente pubblico. Sempre meno giovani vogliono fare questo mestiere sicchè i pochi rimasti con esperienza preferiscono lavorare negli stabilimenti”.

Ciò nonostante, una ventina di assistenti bagnanti avevano dato la loro disponibilità per una delle ditte in concorso. Che ne sarà di loro?

Castelporziano e Capocotta in alto mare

L’assessore comunale all’Ambiente, Sabrina Alfonsi, pur essendo stata vaga sul destino della spiaggia libera di Castelporziano (dove continuano a restare chiusi i chioschi), aveva assicurato che la stagione sarebbe partita regolarmente con pulizie dell’arenile addirittura anticipate rispetto agli anni passati. Purtroppo, a poco più di un mese dal 1° maggio, data d’avvio della stagione, non si ha traccia di gara d’appalto per il servizio di salvamento per una spiaggia che, ricordiamo, è lunga 1700 metri e quindi necessita di almeno 17 postazioni.

Meno ancora si sa di Capocotta: il Campidoglio, infatti, nel bando per l’affidamento dei chioschi non ha scritto una sola parola riguardo al servizio di salvamento. E il fronte mare di Capocotta è di due km, richiedendo con ciò almeno venti postazioni.