Ostia: arriva un importante aggiornamento riguardo all’omicidio del 48enne Fabrizio Vallo, ucciso a inizio febbraio in un agguato mortale subito sotto casa a colpi d’arma da fuoco.
A seguito del ritrovamento di un’auto carica di esplosivi ed armi, è finito in carcere lo zio di Fabrizio Vallo, ucciso poche ore prima in un agguato subito sotto casa sua ad Ostia
Nel corso delle indagini portate avanti dai carabinieri è stato arrestato e condotto in carcere per detenzione illegale di armi e materiale esplodente lo zio della vittima, Emanuele Caradonna, classe 1968, residente a Fiumicino.
L’uomo, 55 anni, già coinvolto in precedenti di polizia, dopo il fermo, è attualmente detenuto nel carcere di Civitavecchia per questa ipotesi di reato.
I militari dell’arma sono risaliti a Caradonna e lo hanno incarcerato, dopo aver approfondito i rilievi successivi al ritrovamento, nel comune aeroportuale, di una macchina risultata nella sua disponibilità, trovata in via Giuseppe Bignami, a Fiumicino, carica di esplosivi e di alcune pistole, delle quali una aveva la matricola abrasa.
Tutto questo a poche ore di distanza dall’assassinio del nipote.
Sono ancora in corso, invece le perizie per accertare se sia stata una di quelle armi a far fuoco contro Vallo.
Per ora lo zio della vittima si trova dunque in carcere a Civitavecchia per la detenzione illegale di armi e degli esplosivi, mentre i militari dell’Arma stanno tuttora cercando eventuali prove che possano collegare il ritrovamento di questa armi all’omicidio di Fabrizio Vallo, accertando dunque l’identità dell’esecutore materiale dell’assassinio o del mandante.
Il 48enne era stato ucciso la sera del 2 febbraio ad Ostia ponente, al civico 29 di via del Sommergibile, con il sicario, non ancora identificato, che gli ha sparato la sera del 2 febbraio, mentre Vallo stava rincasando, chiamandolo per nome e colpendolo con diversi proiettili esplosi da distanza ravvicinata, uccidendolo sul colpo.
La mattina successiva, il 3 febbraio, Isola Sacra venne blindata durante un’operazione lampo dei carabinieri che bloccarono temporanemente l’accesso a via Giuseppe Bignami, nel comune aeroportuale, ritrovando la Nissan con all’interno armi ed esplosive, scoprendo poi che la vettura era di proprietà di Caradonna.
Come sempre ricordiamo ai nostri lettori che l’indagato va considerato come presunto innocente, in attesa di una eventuale sentenza di condanna definitiva ed in considerazione della fase attuale del procedimento, ovvero quella delle indagini preliminari, con le prove che si formeranno nel corso del processo.