Roma, alle Scuderie del Quirinale Arte liberata: i pezzi più pregiati scampati alla guerra

Nel cuore della Capitale una mostra espone i più grandi capolavori italiani scampati alla distruzione della Guerra

Fonte Pagina Facebook Ufficiale delle Scuderie Del Quirinale

Roma: una tra le più grandi mostre d’arte del 2022, nella fattispecie “arte liberata”, ovvero preziosissimi reperti sottratti da scenari di guerra, partirà questa settimana presso le Scuderie del Quirinale, in via Via XXIV Maggio 16, nel cuore della Città Eterna. Andiamo a vedere nel dettaglio date, orari e punti forti di questa esposizione.

Dal 16 dicembre nel cuore della Capitale una mostra espone i più grandi capolavori italiani scampati alla distruzione della Guerra

La mostra, dal titolo “Arte Liberata 1937-1947 – Capolavori salvati dalla Guerra” inizierà venerdì 16 dicembre e terminerà lunedì 10 aprile, con ingresso dal lunedì alla domenica, solo quando sono in corso eventi, dalle 10 alle 20.

Obiettivo principale è quello di permettere ai visitatori di comprendere, ammirando le opere, il complesso caleidoscopio di esperienze e avvenimenti di quel periodo storico presentando pezzi dal valore inestimabile che sono dei veri e propri “superstiti”.

Il filo conduttore della kermesse parte infatti dal concetto che, nonostante le distruzioni e le razzie siano sempre state dei tristi corollari durante gli eventi bellici, la Seconda Guerra Mondiale – area temporale di riferimento della mostra in questione – va considerata come un momento unico nel suo genere dove ci si è dedicati alla moderna  riflessione sulla tutela dei beni culturali.

In questo periodo infatti c’è stato un approccio nuovo riguardo alle tematiche del restauro, che seguì gli eventi del durissimo conflitto mondiale.

I capolavori esposti alle Scuderie del Quirinale, in questo caso sono relativi proprio agli anni in cui l’Italia è stata al centro dei combattimenti, ed il Belpaese ha dovuto fare i conti con la necessità di proteggere dalla distruzione bellica il suo infinito ed inestimabile patrimonio artistico.

Proprio grazie alla decisione dell’allora Ministro Giuseppe Bottai, nel 1939, a livello nazionale, in Italia monumenti e chiese vennero protetti e puntellati, imbottiti con sacchi di sabbia, le statue, gli affreschi e le fontane sono state rivestite con armature ignifughe – a prova di incendio – mentre sculture e dipinti di valore inestimabile sono stati nascosti in luoghi sicuri.

Dal 1943 avanzando il fronte alleato, al rischio dei bombardamenti si è aggiunta la necessità di nuove precauzione per impedire le razzie dei beni restituiti alla fine del Conflitto, in una grande operazione di salvaguardia artistica.

In buona sostanza i visitatori avranno la fortuna di veder confluire alle Scuderie il meglio dell’arte sopravvissuta alla guerra, potendo godere di una eredità inestimabile.

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Il Discobolo è senza dubbio una delle opere più attese nella mostra di arte liberata. Fonte Pagina Facebook Ufficiale del Museo Nazionale Romano

Focus su uno dei pezzi pregiati, “Il Discobolo”: la sua storia

Direttamente da Palazzo Massimo in Roma, con tanto di annuncio ufficiale diramato oggi, 12 dicembre, dalla pagina ufficiale del Museo Nazionale Romano, arriva una delle opere più attese, forse la più attesa, ovvero “Il Discobolo” che come vedete dalla foto soprastante a questo articolo, sarà una delle meraviglie maggiormente in vista ed è stato trasportato alle Scuderie avvolto da una speciale struttura protettiva.

Si tratta di una statua che al termine di questa mostra, cambierà poi sede in primavera, venendo spostata in un’altra sede, presso Palazzo Altemps e darà così inizio a Urbs, il grande progetto di rinnovamento del Museo Nazionale Romano.

Il Discobolo ha una storia prestigiosissima: è una scultura realizzata intorno al 455 a.C. (periodo di congiunzione tra preclassico e classico) da Mirone.

La statua originale era in bronzo, oggi è formata solo da copie marmoree dell’epoca romana, tra cui la migliore è probabilmente la versione Lancellotti.

L’opera venne probabilmente creata per la città di Sparta e rappresentava un atleta nell’atto di scagliare il disco.

Dell’opera si conoscono diverse versioni. Tra le più importanti, oltre a quella Lancellotti, ne esiste una integra al British Museum detta Townley che si distingue per un trattamento della testa più adrianeo, dai capelli più lunghi. Inoltre lo scultore, possedendo una tecnica più avanzata, ridusse il tronco d’appoggio a lato della figura. Nel Museo nazionale romano si conserva un’altra versione frammentaria.

La bellezza della statua colpì addirittura Adolf Hitler che, durante il suo viaggio in Italia nel maggio 1938, vedendo nella bellezza e nella perfezione fisica dell’atleta il mito della razza ariana, si fece “gentilmente concedere” dal governo italiano l’opera.

Sebbene il Consiglio superiore delle Scienze e delle Arti si fosse opposto, Hitler compra l’opera tramite compravendita privata tra Goering e il principe Lancellotti per 5 milioni di lire. Essendo un’opera notificata alle Belle Arti, la sua esportazione era tuttavia vietata, ma grazie alle pressioni del ministro degli esteri Galeazzo Ciano, la statua riuscì ad arrivare in Germania nel giugno 1938.

Il Discobolo restò così in terra tedesca – per la precisione nella Gliptoteca di Monaco di Baviera – fino alla fine della guerra, quando lo storico dell’arte Rodolfo Siviero riuscì a convincere il Governo Militare Alleato che l’opera, insieme a tanti altri capolavori, era stata acquisita illegalmente dai nazisti grazie all’alleanza tra due regimi tirannici.

Così – nonostante molte opposizioni, ricorsi giuridici e ritardi da parte della Repubblica Federale Tedesca – il 16 novembre 1948 il Discobolo tornò in Italia, insieme ad altri 38 capolavori che erano stati esportati illegalmente tra il 1937 e il 1943.

Altri imperdibili capolavori da ammirare alle Scuderie

Tra i pezzi forti che si potranno ammirare alle Scuderie, ci sono quelli dell’arte pesarese salvati dallo storico dell’arte e funzionario italiano Pasquale Rotondi, l’uomo che difese la bellezza dai nazisti.

Dipinti e maioliche, in totale sette opere, hanno lasciato per l’occasione in questo periodo invernale i musei civici di palazzo Mosca per essere visibili durante questa mostra di “arte liberata”.

Impossibile non citare, tra le opere più importanti tra quelle presenti, la “Testa del Battista”, il noto tondo attribuito a Giovanni Bellini, o “il Cristo deposto sorretto da due angeli” di Marco Zoppo o le” Storie della vita della Vergine” di Paolo Veneziano, quest’ultimo è un insieme di piccole tavole superstiti di un antico polittico.

A tutto questo va aggiunta la presenza di preziosi piatti e coppe in ceramica della collezione di Domenico Mazza, nobiluomo pesarese dell’800.

A Roma sarà presente anche un insieme di reperti della tappa ducale e pesarese del percorso di salvataggio attraverso i quali alcune rarità dell’arte italiane sono state sottratte alla distruzione della Seconda Guerra Mondiale e dalle ruberie dei nazisti.

Proseguendo con la carrellata di capolavori che vedrete dal prossimo 16 dicembre, c’è da menzionare “Il Trittico dell’Annunciazione”.

Anche quest’opera quattrocentesca del pittore veronese Cristoforo Scacco, realizzata su incarico della nobile famiglia dei Caetani di Fondi,va in trasferta e si trasferirà fino ad aprile nella Capitale.

Per tutte le info utili vi invitiamo a consultare il sito internet ufficiale delle Scuderie del Quirinale (leggi qui).

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