I cartoni animati in versione hard e punizioni sessuali in caso di errore. Come quando bisognava ripetere le tabelline. Sono i supplizi che uno zio, un 50enne romano che viveva sul litorale prima di finire Regina Coeli a fine agosto, ha fatto vivere per anni alle nipoti, alle figlie della sorella, due bambine all’epoca dei primi palpeggiamenti 5 e 7 anni, ora di 10 e 14 anni. “Colpa di Satana”, si è giustificato quando è stato scoperto.
Lo zio finito in manette per violenza sessuale ha ammesso: “Chiedo perdono per tutto il male che ho fatto”
Gli abusi avvenivano nella sua camera da letto, nell’appartamento della nonna, mentre mamma e papà nella loro casa, al piano di sotto, pensavano di averle nel luogo più sicuro al mondo.
Violenze che l’uomo voleva far inquadrare come amore, tanto da arrivare a proporre a una delle bambine, all’epoca di 12 anni (ora 14) “di fare un figlio e sposarsi”.
A spingerle a parlare e a interrompere gli abusi, reiteirati e costanti – “anche due volte al giorno”, hanno rivelato le vittime – il terrore che lo zio potesse fare del male anche a una loro amichetta alla quale, la scorsa primavera, aveva mandato un sms equivoco e carezzato le gambe. Nella modalità dello zio pedofilo il primo approccio.
Dopo la denuncia, scattata a maggio, l’arresto. L’uomo è finito in carcere il 31 agosto. Pochi giorni prima era stato ricoverato per alcuni giorni al reparto psichiatrico dell’ospedale di Ostia.
A firmare la misura cautelare in carcere il gip Corrado Cappiello su proposta del pm Maria Gabriella Fazi.
Disarmante la sua giustificazione: “Chiedo scusa. Ero posseduto da Satana”. Parole raggelanti per sia sorella, la mamma delle due bambine, che mai avrebbe potuto immaginare quello scenario di abusi.
Quando la più piccola, 10 anni, si è aperta uno strazio. “Ha raccontato l’orrore tenendosi le mani sulle orecchie”, ha sottolineato il giudice nella misura cautelare, un particolare che secondo il magistrato rivelerebbe la spontaneità e la veridicità delle dichiarazioni.
La rivelazione straziante: “Zio mi tocca come fa con mio sorella. Ha puntato anche un’amichetta”. Lo stesso giorno la famiglia si è trasferita da Ostia a un paese fuori provincia.
L’ammissione in alcuni messaggi spediti a una cugina dopo che la sorella aveva bloccato anche il suo telefono: “Chiedo perdono per il male che ho fatto a tutti voi, chiedo scusa per non essere stato una persona normale di testa ma il cuore l’ho sempre avuto per voi e le bimbe“.
“Ora questo mi sta uccidendo. Dentro sto malissimo per tutto quello che è successo ma non volevo minimamente. Non ero io. Era come se fossi un’altra persona. Sto malissimo“.
Ed ancora: “Sto soffrendo quanto mai in tutta la mia vita per azioni che mai avrei immaginato di compiere. Sono distrutto per le bambine“.
“Avrei dovuto ammettere la pazzia anni fa e non mi sarei trovato con questa angoscia insopportabile che mi fa pensare che se morissi non sentirei più questo dolore per quello che ho fatto alle bambine, a mia sorella, al loro papà, a mamma e a tutti“.
Una confessione piena per il giudice che ha optato per il carcere considerato anche il rischio di reiterazione del reato. Nel messaggio all’amichetta delle nipoti aveva scritto di avere voglia di verderla “di abbracciarla, di farle delle coccole”. I preliminari delle violenze.
per essere sempre aggiornato sulle nostre notizie clicca su questo link e digita la stellina in alto a destra per seguire la fonte.
Roma, abusa della figlioletta della convivente: patrigno pedofilo in manette