Cassonetti in gabbia per proteggerli dai cinghiali: al via oggi da Prati

Le prime protezioni anti dai cinghiali sono state installate in via Panattoni, una delle aree più esposte alle incursioni

Cassonetti in gabbia per proteggerli dai cinghiali. È iniziato da Roma Nord il lavoro di recinzione dei bidoni carichi di spazzatura a rischio incursione dei cinghiali. Lunedì mattina, tecnici del Comune e di Ama, hanno istallato delle recinzioni intorno ai cassoni di via Italo Panattoni nel XV Municipio, nei pressi del parco dell’Insugherata, al centro dell’area considerata rossa secondo l’ordinanza appena emessa dalla Regione (leggi qui).

Le prime protezioni anti dai cinghiali sono state installate in via Panattoni, una delle aree più esposte alle incursioni

L’assessora comunale all’Ambiente e ai Rifiuti  Sabrina Alfonsi ha dato, infatti, disposizione all’Ama di mappare i cassonetti su cui intervenire per proseguire l’operazione di ingabbiamento almeno nelle aree a più alto rischio di incursione dei cinghiali.

Del piano di intervento si discuterà comunque nel dettaglio domani, martedì 10 maggio, in una riunione tra l’assessorato e i dirigenti di Ama.

Nel frattempo è cominciato il controllo dei varchi all’interno della “zona rossa”, a partire sempre dal quartiere Prati. I varchi da tenere sotto controllo sono in tutto sono trentacinque: 16 nel XIV Municipio (Pineto, Primavalle, Ottavia, Trionfale) e 19 nel XV (Tor di Quinto, Grotta Rossa, Giustiniana, Foro Italico, Ponte Milvio). Nelle zone interessate non si potranno organizzare pic nic.

L’emergenza cinghiale resta comunque alta, l’altra notte tre esemplari adulti scorrazzavano a Serpentara, in via Guasti: sono stati fotografati dagli abitanti dalle finestre. Si sono registrati anche gravi avvicinamenti alle persone, venerdì a piazza Verbano e sabato a Villa Glori. Risale a qualche giorno prima l’aggressione denunciata da una donna  che passeggiava col cane a Bufalotta (leggi qui).

L’Oipa dice no agli abbattimenti

Sul caso cinghiali a Roma è intervenuta in maniera decisa l’Oipa, l’Organizzazione internazionale protezione animali: no agli abbattimenti.

I cittadini di Roma non vogliono che sia risolto con il sangue il problema delle incursioni di qualche cinghiale nel centro abitato causate dall’emergenza rifiuti – hanno scritto in una nota – e solo da quella, ora altro pretesto per invocare il sangue è qualche sparuto caso di peste suina, non trasmissibile all’uomo”.

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