Villa Pamphili, l’inchiesta a una svolta: ora si indaga per duplice omicidio aggravato

Nuove accuse per l'americano Francis Kaufmann: l’orrore di Villa Pamphili si configura ora come un duplice omicidio aggravato

Francis Kaufmann fermato con la piccola Andromeda quando la mamma era già stata uccisa e non ritrovata

La Procura di Roma ha riqualificato in duplice omicidio aggravato le contestazioni nei confronti di Francis Kaufmann, l’americano compagno della 29enne russa Anastasia Trofinova trovata morta il 6 giugno a Villa Pamphili non lontano dal corpicino della figlioletta di lei, nemmeno un anno.

Nuove accuse per l’americano Francis Kaufmann: l’orrore di Villa Pamphili si configura ora come un duplice omicidio aggravato

Fino a pochi giorni fa, infatti, l’uomo – ancora sottoposto a fermo in Grecia dove è fuggito lasciandosi alle spalle i due cadaveri – era accusato soltanto della morte della piccola Andromeda e del solo occultamento di cadavere della donna. Ora, con l’identificazione certa delle vittime l’inchiesta entra in una nuova fase.

A guidare le indagini il procuratore aggiunto Giuseppe Cascini. Gli inquirenti sospettano che Kaufmann possa aver ucciso anche Anastasia, la bella russa conosciuta l’anno precedente a Malta e che aveva portato con lui e la piccola da aprile a Roma.

Un’ipotesi che si fa sempre più solida, sebbene l’autopsia sul corpo della vittima non abbia fornito ancora elementi cruciali a causa delle condizioni in cui è stato ritrovato il cadavere.

Anastasia – uccisa qualche giorno prima delle figlioletta – sarebbe rimasta nascosta in un sacco sotto a dei rovi per almeno quattro giorni, e questo ha compromesso l’efficacia degli esami superficiali.

Gli accertamenti tossicologici, d’altra parte, non hanno rilevato tracce di sostanze stupefacenti o veleni. Ne’ sono emersi danni a livello cardiaco o segni di emorragie interne. Ciò porta chi indaga a ritenere poco probabile la morte naturale o improvvisa.

Resta dunque forte il sospetto che la giovane sia stata soffocata da Kaufmann, e che i segni del gesto siano stati cancellati dal tempo trascorso prima del ritrovamento.

Conferme definitive, però, si attendono dagli esami in corso nell’istituto di medicina legale del Policlinico Gemelli, i cui risultati non arriveranno prima di un mese.

La madre di Anastasia: “Lui un animale”

Il racconto di Tatiana Zemliakova, madre di Anastasia, è un ulteriore tassello inquietante nelle indaginni. La donna, intervistata dalla trasmissione Chi l’ha visto?, ha identificato la figlia (e indirettamente la nipotina) tramite alcune foto.

Ha raccontato di aver ricevuto un’e-mail da Anastasia il 2 giugno, in cui la giovane accennava a problemi con Kaufmann, sebbene sperasse di contenere la situazione.

Voglio sapere ora dov’è questo animale”, si è sfogata in tv Tatiana tra rabbia e disperazione.

Nel frattempo, l’Italia ha richiesto l’estradizione di Kaufmann, attualmente detenuto in Grecia, dove è stato fermato dopo la fuga da Roma con un passaporto falso.

La richiesta sarà esaminata dalla Corte d’Appello di Larissa. L’uomo, intanto, ha manifestato l’intenzione di voler rientrare negli Stati Uniti. Un punto chiave su cui l’America non si è ancora espressa.

Tuttavia, l’FBI ha finora collaborato con le autorità italiane, contribuendo all’identificazione del sospettato, che si faceva chiamare Rexal Ford, il suo nome d’arte come regista (che tra l’altro avrebbe incassato qualche anno fa dall’Italia soldi per un film mai uscito).

La cittadinanza della piccola Andromeda

Un nodo cruciale potrebbe riguardare la cittadinanza di Andromeda. Se fosse confermata la paternità biologica di Kaufmann, la bambina risulterebbe cittadina americana, aprendo un possibile conflitto di competenze tra le autorità italiane e statunitensi sul delicato caso romano.

Poliziotti nel mirino

Intanto, sono in corso accertamenti anche su una decina di agenti di polizia che, in tre distinti controlli, hanno fermato Kaufmann senza prendere provvedimenti.

Al vaglio soprattutto la giornata di giugno in cui era l’americano stata fermato in centro con la piccola in braccio (senza la madre, come si è scoperto poi, già morta).

C’è chi ipotizza che in quella fase si sarebbe dovuto procedere in maniera più stringente a tutela della piccola. Forse si sarebbe scoperto che i suoi documenti erano falsi, che non si sapesse chi fosse la piccola e soprattutto intuire meglio che il papà, o presunto tale, era fuori controllo.