Roma sotto attacco dei ladri di auto: il sistema digitale per commissionarle e la rete “silenziosa” per venderle

L'infiltrazione digitale: come la banda di ladri controllava il mercato nero delle auto rubate

Utilizzava un gruppo su una nota app di messaggistica, l’organizzazione criminale che gestiva il traffico di auto rubate attraverso una sofisticata rete digitale, per mezzo della quale coordinava ogni fase.

L’infiltrazione digitale: come la banda di ladri controllava il mercato nero delle auto rubate

E’ stata smantellata dalla Polizia di Stato, parte di un’organizzazione criminale che gestiva il traffico di auto rubate attraverso una sofisticata rete digitale. Grazie ad una nota app di messaggistica, i malviventi coordinavano ogni fase, dalla commissione del furto allo smistamento dei veicoli.

Una modalità operativa, sempre più diffusa nel sottobosco criminale, che permetteva ai “clienti” di indicare la posizione esatta in cui le auto, appena sottratte, dovevano essere parcheggiate.

La precisione e la discrezione di questo sistema, aveva reso le dinamiche criminali del gruppo un ingranaggio quasi perfetto, nel vasto e illecito mercato delle auto rubate, che stava dilagando sul territorio capitolino.

Il tradimento digitale: l’app di localizzazione che ha incastrato i ladri

A tradire due membri di questa banda però, sarebbe stata proprio un’altra applicazione, quella del dispositivo di localizzazione installato sull’auto appena rubata. È stata proprio questa tecnologia a fornire agli agenti del VIII Distretto Tor Carbone, le coordinate per intervenire a seguito dell’allerta della proprietaria al NUE 112, e monitorare in tempo reale lo spostamento dell’autovettura.

Gli agenti sono così riusciti a piombare in Via Giuseppe Berto, sorprendendo uno dei due malviventi subito dopo aver parcheggiato la Toyota rubata, in una posizione autorizzata dagli amministratori della chat criminale, dove il complice lo attendeva già a bordo della sua auto per la fuga, vanificata dal blitz dei poliziotti.

Sequestrato il kit dei criminali

La perquisizione ha rivelato dettagli significativi sulla preparazione dei due criminali. Nelle tasche di uno dei complici, gli investigatori hanno rinvenuto circa 2mila euro in contanti, una somma per la quale l’uomo non ha saputo fornire alcuna spiegazione plausibile.

Mentre l’auto utilizzata dai due e successivamente risultata noleggiata, era stata attrezzata con un vero e proprio “kit da lavoro” per operare indisturbati. Tra gli strumenti scoperti vi erano un ‘Jammer’ elettronico, un dispositivo frequentemente impiegato dai ladri specializzati nei furti d’auto per disturbare i segnali e impedire la localizzazione, oltre ad una punta frangi-vetri, dei coltelli, un telecomando artigianale per l’apertura di cancelli elettrici e guanti monouso. A ciò si aggiungevano accessori e tre paia di occhiali di noti brand, probabilmente frutto della “ripulitura” dell’auto sottratta poco prima.

L’indagine e il collegamento con i furti precedenti

Attraverso un meticoloso lavoro di riscontro incrociato, gli investigatori sono così riusciti a collegare il furto appena sventato con un altro avvenuto pochi giorni prima, ai danni di un’autovettura dello stesso modello.

Il quadro degli elementi, ha consentendo di risalire tramite i messaggi postati nel gruppo “quattroruote”, al parcheggio “non autorizzato” dell’autovettura oggetto della denuncia precedente.

Al termine di tutti gli accertamenti di rito, per due cittadini ucraini, di 30 e 26 anni, è scattato l’arresto, successivamente convalidato dall’Autorità Giudiziaria. In questa fase di indagini preliminari, gli indagati devono essere considerati presunti innocenti fino a sentenza definitiva.