Vittima di una rapina fotografa uno degli aggressori: malvivente incastrato con uno scatto “rubato”

Vittima accerchiata alla fermata del bus da quattro uomini: prima la violenza poi la rapina e la fuga, con il coraggioso scatto fotografico identikit  

Un audace “scatto-identikit” nella circostanza di un’aggressione a scopo rapina, si è rivelata decisiva per la Polizia di Stato di Roma, che grazie al selfie rubato dalla vittima con il suo rapinatore, è riuscita a fermare il 19enne indiziato.

Vittima accerchiata alla fermata del bus da quattro uomini: prima la violenza poi la rapina e la fuga, con il coraggioso scatto fotografico identikit

L’episodio avvenuto in pieno centro di Roma a due passi da Piazza Venezia, ha visto la vittima, con sangue freddo, immortalare il volto del suo aggressore prima che quest’ultimo si dileguasse. Un elemento che unito alle descrizioni dettagliate fornite dal rapinato, ha permesso agli agenti del I Distretto Trevi di risalire rapidamente all’identità del presunto colpevole, un individuo già noto alle forze dell’ordine per precedenti reati.

L’aggressione a Piazza San Marco

La sequenza degli eventi ha avuto inizio di notte, quando un giovane, in attesa alla fermata dell’autobus nei pressi del capolinea di Piazza San Marco, è stato avvicinato da un gruppo di quattro uomini.

Secondo la ricostruzione fornita dalla vittima poi, con la scusa di chiedere una sigaretta, gli aggressori lo avrebbero accerchiato, buttandolo per terra con violenza. L’obiettivo era chiaro: strappargli la collanina d’oro che avevano notato e che aveva al collo.

Nonostante la brutalità dell’attacco, il giovane rapinato è riuscito a rialzarsi e, con coraggio, ha tentato di inseguire i suoi assalitori, spingendosi fino a Via delle Botteghe Oscure.

A quel punto però, di fronte a nuove minacce, ha dovuto desistere per evitare conseguenze ben più gravi, ma è stato in quel frangente, un attimo prima che i rapinatori svanissero nel buio della notte, che la vittima ha dimostrato una prontezza di spirito eccezionale: ha avuto la lucidità di tirare fuori il proprio telefono cellulare e scattarsi una foto dove si vedesse chiaramente il volto di uno degli aggressori, proprio colui che gli avrebbe strappato la collana.

Le indagini lampo e il fermo del sospettato

Proprio questa “prova fotografica” si sarebbe rivelata fondamentale per le successive indagini da parte degli agenti del I Distretto Trevi della Polizia di Stato, intervenuti immediatamente sul posto a seguito della segnalazione al Numero Unico di Emergenza 112.

Lo “scatto rubato” si è trasformato in un vero e proprio “identikit” digitale, permettendo agli investigatori di dare un volto al presunto rapinatore. Poco dopo, gli stessi agenti hanno individuato e bloccato un diciannovenne di origine egiziana, che passeggiava indisturbato sul Lungotevere della Farnesina.

La perquisizione ha rivelato un dettaglio inquietante: nella tasca destra del giubbotto, il giovane teneva un paio di forbici spezzate a metà, con le due lame affilate, pronte all’uso e presumibilmente destinate a minacciare future vittime.

I successivi riscontri hanno confermato l’identificazione, associando in maniera inequivocabile il volto del diciannovenne a quello di uno dei quattro presunti responsabili della rapina in Piazza San Marco.

I precedenti del giovane e la caccia ai complici

Per il diciannovenne, alla luce degli elementi raccolti, è scattato immediatamente il fermo di indiziato di delitto. Tale provvedimento è stato successivamente convalidato dall’Autorità Giudiziaria, che ha disposto per l’accusato la misura della custodia cautelare in carcere. Si tratta di una misura detentiva che lo manterrà recluso in attesa degli ulteriori sviluppi processuali.

Il diciannovenne era già stato arrestato a fine febbraio per un reato simile: in quell’occasione, dopo essersi appropriato di alcuni telefoni cellulari all’interno di un centro di accoglienza, aveva tentato la fuga, ma era stato prontamente bloccato dalle forze dell’ordine. Un precedente che rafforza il quadro accusatorio e il profilo di recidiva del soggetto.

Le indagini, tuttavia, non si fermano. Gli investigatori della Polizia di Stato stanno attivamente proseguendo le ricerche per risalire agli altri tre individui che si sarebbero resi responsabili dell’aggressione e della rapina, al fine di assicurarli alla giustizia. Le attività investigative riguardano comunque la fase delle indagini preliminari, e pertanto, l’indagato è da ritenersi presunto innocente fino all’accertamento definitivo con sentenza irrevocabile.