La notte scorsa ha segnato una svolta drammatica nel caso dell’omicidio di Maria Denisa Adas, la trentenne ritrovata decapitata. L’uomo fermato ieri, una guardia giurata sposato e padre di due figli, ha confessato l’omicidio, fornendo agghiaccianti dettagli sulla dinamica.
La confessione dell’omicidio dopo il ritrovamento del cadavere: Maria Denisa Adas è stata strangolata e messa in una valigia
Sarebbe arrivata nella notte la confessione che getta luce sul macabro omicidio di Maria Denisa Adas, la 30enne il cui corpo è stato ritrovato ieri a Montecatini Terme. Un uomo di 32 anni, una guardia giurata incensurata, sposato e padre di due figli, avrebbe ammesso di aver strangolato la donna nella camera del residence di Prato dove la vittima aveva passato l’ultima notte prima della scomparsa. Dopo averla uccisa avrebbe portato via il suo corpo, trasportandolo all’interno di una valigia bianca, di proprietà della vittima.
Un dettaglio che si lega al macabro ritrovamento del corpo rinvenuto senza la testa, è avvenuto nella giornata di ieri, nascosto tra i rovi vicino a un casolare abbandonato in una zona impervia di Montecatini Terme.
Il presunto ricatto: la versione dell’indagato
La guardia giurata reo confesso avrebbe sostenuto di essere stato ricattato dalla donna. Questo movente, se confermato dalle indagini, potrebbe aggiungere un ulteriore tassello alla complessa vicenda. Le autorità stanno ora lavorando per verificare la veridicità di questa affermazione e ricostruire il quadro completo dei fatti.
Le indagini partite con la ricerca della donna scomparsa il 15 maggio scorso, hanno portato al fermo dell’uomo da parte dei Carabinieri di Prato nelle indagini coordinate insieme ai Carabinieri di Roma, indiziato per i reati di omicidio e occultamento di cadavere. Nella notte la sua confessione.
Le Indagini continuano
Mentre la confessione dell’uomo rappresenta un passo significativo, le indagini sono tutt’altro che concluse. Le forze dell’ordine sono al lavoro per raccogliere ogni elemento utile a chiarire le circostanze esatte dell’omicidio e il presunto movente del ricatto. Restano indagati per il momento, l’avvocato e la madre della vittima.
L’avvocato 45enne originario di Reggio Calabria è indagato per sequestro di persona in concorso. Mentre la madre della vittima, Maria Cristina Paun, è indagata per false informazioni al PM. L’accusa segue le sue dichiarazioni su un presunto rapimento della figlia da parte di romeni per prostituzione, rivelazioni fatte prima della scoperta del corpo.
Gli inquirenti stanno lavorando per chiarire ogni dettaglio e movente legato a questo efferato delitto, in cui una delle ipotesi al vaglio era quella del coinvolgimento di un gruppo di connazionali della donna, forse legati al mondo della prostituzione a Roma, che avrebbero voluto costringerla a lavorare per loro.