Domani, martedì 27 maggio 2025, si aprirà un nuovo capitolo nella dolorosa battaglia di Graziella Viviano per la giustizia di sua figlia, Elena Aubry. Sette anni dopo la tragica morte della 26enne motociclista sulla Via Ostiense, il 6 maggio 2018, inizierà il processo penale contro gli altri sette indagati.
La madre di Elena: “Domani si chiede di avere giustizia. Mai più trappole innescate dalla sciattoneria”
La madre di Elena, Graziella, ha affidato in queste ore ai social un messaggio commovente e potente, ribadendo la sua determinazione a ottenere risposte e a innescare un cambiamento profondo nella gestione delle strade.
“Qui non c’è intelligenza artificiale. Non ci sono ritocchi. Questa era ed è Elena Ashley Aubry. Un miracolo della natura ” – scrive Graziella Viviano in un post con il primissimo piano della sua Elena.

La sua battaglia però, come ha sempre affermato, non è solo per Elena, ma per tutte le vittime di incuria stradale: “Quel 6 maggio 2018 ha colpito Elena, in pieno. Ha cancellato la sua vita, ha devastato la nostra, ci ha strappato il cuore e ha privato Elena e tutti noi ‘del futuro’” – non una parola astratta, ma qualcosa che non potrà più accadere, le vite che Elena avrebbe toccato, le discendenze che non nasceranno mai.
La strage sulla Via Ostiense e le responsabilità contestate
La causa della morte di Elena, secondo la tesi accusatoria, è stata la pessima manutenzione del manto stradale dissestato sulla Via Ostiense, trasformata in una “sorta di circuito per moto da cross” a causa dei mancati interventi sulle radici dei pini:
“Il Cielo ti mette questo piccolo fiore tra le braccia. Tu lo cresci, lo ami con tutto l’Amore di cui sei capace. Poi un giorno arriva qualcuno e ti dice che tua figlia è morta perché qualcun altro nel suo ufficio, bellamente, pagato anche con i tuoi soldi, non ha fatto ciò che doveva fare. Una strada lasciata all’abbandono totale, una sorta di roulette russa con il colpo in canna, che prima o poi sarebbe ovviamente partito” – le parole di Graziella Viviano.
L’avvio del processo e le richieste della Procura
A luglio 2022, dopo due rinvii, si era tenuta l’udienza preliminare del procedimento per la morte di Elena Aubry, durante la quale, la PM aveva richiesto il rinvio a giudizio per sette persone, tra cui sei funzionari comunali (inclusi due ex direttori del SIMU), accusati di omicidio stradale in concorso.
Per Alessandro Di Carlo, responsabile della sorveglianza della ditta appaltatrice per la manutenzione stradale, era stata chiesta e ottenuta una condanna a due anni con rito abbreviato. Anche per il responsabile della Esgra era stato chiesto il rinvio a giudizio, evidenziando le gravi responsabilità sulla pessima gestione della Via Ostiense.
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La conferma della condanna, con riduzione della pena del responsabile della manutenzione
Il 12 ottobre 2023, Graziella Viviano aveva già ricevuto una prima sentenza nel caso della figlia: il secondo grado di giudizio nell’unico procedimento penale definito da una sentenza di primo grado, che aveva riconfermato la condanna dell’imputato che aveva fatto appello, seppur con una riduzione della pena, da due anni a uno e mezzo con rito abbreviato. L’unico imputato tra i sette rinviati a giudizio, che era stato condannato in prima istanza.
Giustizia, non odio: un appello al cambiamento
Domani, in aula, Graziella andrà ad ascoltare “com’è morta sua figlia,” le testimonianze, gli ultimi attimi della sua vita terrena e della loro “vita normale” e felice. La sua forza d’animo sarà ancora una volta messa a dura prova, ma scrive: “Ad accompagnarmi la speranza questa immagine di te, domani, arrivi attraverso gli occhi, sino al cuore e alla coscienza di chi sarà in quell’aula”.
Il suo appello è chiaro: “Nei tuoi occhi non c’è mai stato odio, e non c’è stato mai neanche nel mio cuore. In questi 7 anni penso che assieme lo abbiamo dimostrato. Domani si chiede di avere ‘giustizia’ e questo non ha nulla a che vedere con l’odio o con l’amore.“
Giustizia significa innescare un cambio di passo, portare “all’obbligo verso le proprie responsabilità chi gestisce una strada” – sottolinea, con l’obiettivo di porre fine alle “trappole innescate dalla sciattoneria e dalla mancanza di coscienza, favorite dalla consapevolezza di non essere considerati responsabili e punibili. Basta. Tutto questo ha generato e ahimè continua a generare MORTE” dichiara Graziella Viviano.
Domani, martedì 27 maggio 2025, alle ore 11:00, Graziella Viviano sarà accompagnata dai motociclisti che da anni la supportano in questa lotta, e che a sua volta in questi anni si è sempre schierata in prima linea nelle battaglie per sollevare le criticità sulle strade romane, trasformate in trappole per motociclisti.