Le prime reazioni dal mondo alla nomina del Papa arrivano dagli Stati Uniti. “Non vedo l’ora d’incontrare Papa Leone XIV. Sarà un momento molto significativo”, ha dichiarato il presidente americano Donald Trump in un post su Truth Social, pochi minuti dopo la nomina di Robert Prevost come primo pontefice statunitense. Subito dopo le congratulazione di Putin.
Trump annuncia subito: “Non vedo l’ora di incontrare Leone XIV”
Ma chi è Papa Leone? Sarà davvero ponte per la pace? Nato a Chicago 69 anni fa, Robert Francis Prevost – per tutti “padre Bob” – è un cardinale statunitense dalle radici profondamente cattoliche agostiniane e dal profilo internazionale.
Cresciuto in una famiglia di immigrati di origine europea (nonni provenienti dall’Italia Spagna e Francia), ha respirato sin da giovane la vita ecclesiale. Ha una laurea in matematica, il padre era catechista, la madre una abile cuoca che accoglieva spesso sacerdoti e vescovi a pranzo nella loro casa dell’Illinois.
Nonostante il passaporto statunitense – tradizionalmente considerato un freno per i “papabili” – Prevost ha conquistato un posto di primo piano nel panorama ecclesiastico grazie alla sua lunga e intensa esperienza missionaria in America Latina, che lo ha reso una figura di sintesi tra Nord e Sud del mondo.
“Ci si aspetti che faccia da ponte per la Pace“, l’indicazione sottesa in Vaticano.
La cugina di Francesco
“Mi piace molto, molto, sono contenta che lo abbiamo eletto, mi sa che è una persona che va bene”, il commento di Carla Rabezzana, la cugina astigiana 93enne di Papa Bergoglio interpellata dall’Adnkronos. “A vederlo così, di tutti i papabili di cui si era parlato, mi sembra il migliore”, ha aggiunto.
Francesco e Leone XIV
Con il predecessore Jorge Maria Bergoglio Robert Francis Prevost condivide una visione aperta, inclusiva e attenta agli ultimi.
Prevost si è distinto per il suo impegno su temi come l’accoglienza dei migranti, la giustizia sociale e la custodia del creato. Ma ha anche saputo muoversi con prudenza in un contesto ecclesiale polarizzato: favorevole alla Comunione per i divorziati risposati, cauto sull’apertura alle unioni omosessuali, critico nei confronti di un episcopato autoreferenziale.
“Un vescovo non dovrebbe comportarsi come un piccolo principe nel suo regno”, ha detto in passato: una frase che oggi suona come manifesto.