Salvata al San Camillo neonata di 5 mesi, tecnica mini-invasiva su misura per eliminare un tumore

La neonata salvata da un tumore al surrene, il recupero sorprendentemente rapido

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Foto di repertorio

Un intervento altamente specializzato, rapido ed efficace, ha salvato la vita di una neonata di soli cinque mesi all’azienda ospedaliera San Camillo di Roma. La piccola paziente, affetta da un neuroblastoma surrenalico diagnosticato ancora prima della nascita, è stata sottoposta con successo a un’operazione chirurgica mini-invasiva che ha permesso l’asportazione completa del tumore. Il tutto senza necessità di terapia intensiva e con un recupero sorprendentemente rapido.

La neonata salvata da un tumore al surrene, il recupero sorprendentemente rapido

L’operazione è stata eseguita dall’équipe di Chirurgia Pediatrica diretta dal dottor Vito Briganti, affiancato dalle dottoresse Lucia Oriolo e Giorgia Contini. L’intervento, durato appena 90 minuti, ha previsto una prima fase laparoscopica e un successivo accesso mini-laparotomico, grazie al quale la massa tumorale è stata rimossa con un’incisione di soli 4 centimetri.

Questo approccio “su misura” ha minimizzato il trauma chirurgico, favorendo una ripresa immediata: poche ore dopo l’intervento la neonata era già tornata nel reparto, alimentandosi regolarmente e senza necessità di monitoraggio intensivo.

Determinante per il buon esito dell’operazione è stato il lavoro sinergico di un team multidisciplinare.

Fondamentale il ruolo dell’équipe anestesiologica pediatrica – composta dalle dottoresse Roberta Toto, Giulia Lanini e Giulia De Fazio – che ha gestito con precisione l’accesso venoso e il controllo del dolore grazie a tecniche eco-guidate e a un blocco nervoso sottocostale, riducendo l’uso di analgesici.

A supporto, il personale del Blocco Operatorio Elettivo (BOE), coordinato da Lucia Mauro, con la strumentista Tiziana Aurino e le infermiere Donatella Racioppi e Luana

Rossini. L’impiego di strumentazioni pediatriche dedicate, inclusa una colonna laparoscopica adattata alle dimensioni della neonata, è stato essenziale per garantire precisione e sicurezza.

Una operazione mini-invasiva

Questo intervento rappresenta un traguardo importante – ha commentato il dottor Briganti –. Eseguire un’operazione così complessa in modo mini-invasivo su una paziente così piccola dimostra quanto la chirurgia pediatrica stia evolvendo. Il nostro obiettivo è sempre ridurre al minimo il trauma e favorire una ripresa rapida e serena, nel pieno rispetto del legame madre-figlio”.

L’attenzione al benessere emotivo della bambina è stata prioritaria: sia l’induzione che il risveglio anestesiologico sono avvenuti tra le braccia della madre, in un ambiente sereno e protetto. Oltre al successo clinico, l’intervento ha avuto un impatto estetico minimo, a conferma dell’eccellenza del San Camillo nel campo della chirurgia pediatrica avanzata.