Axa, centraline elettriche di nuovo in tilt: centinaia di persone al buio, danni per migliaia di euro

Per la terza volta consecutiva decine di famiglie dell’Axa subiscono gravi danni da un cortocircuito alle centraline elettriche

Circuiti elettronici da centinaia di euro tra i danni procurati nel terzo schock elettrico subito all'Axa

Axa, centraline elettriche di nuovo in tilt con centinaia di persone che restano al buio e contano, per la terza volta consecutiva, danni per decine di migliaia di euro dovuti alla negligenza con cui Areti, la partecipata che gestisce l’infrastruttura di rete, provvede alle riparazioni.

Per la terza volta consecutiva decine di famiglie dell’Axa subiscono gravi danni da un cortocircuito alle centraline elettriche

Era il 30 novembre del 2023 quando una scarica provocata dal sovraccarico di tensione sui cavi di servizio che alimentano le villette situate in via Focilide e in via Ermesianatte, mandava in black-out tutta la zona bruciando dispositivi elettronici costosissimi. Computer, caldaie a condensazione, pompe di calore, pannelli fotovoltaici ed elettrodomestici di ogni tipo.

I residenti non immaginavano la via crucis che stavano per affrontare.

Areti provvedeva all’invio di generatori emergenza incapaci di fornire il fabbisogno richiesto, ma avviava gli interventi per la riparazione delle centraline esterne responsabili del cortocircuito. Iniziava quindi il farraginoso iter di risarcimento dei danni causati dallo sbalzo di tensione.

Tra accordi stragiudiziali accettati “obtorto collo”, le spese per l’assistenza legale e quelle per le perizie, in questo caso interamente a carico del privato, solo alcune delle famiglie danneggiate sono riuscite finora a ottenere indennizzi parziali per i danni subiti alle soglie dell’inverno di due anni fa.

Chi pensava di essere al sicuro dopo le prime riparazioni della rete elettrica ha dovuto ricredersi, perché il 7 febbraio scorso un’altra potente scarica ha messo di nuovo in ginocchio le abitazioni quadrifamiliari situati lungo le due vie ormai bersagliate dal disservizio.

E questo nonostante gli accorgimenti adottati, nel frattempo, per proteggere gli impianti interni. Senza considerare tutta la sequenza di un iter farraginoso. Per ottenere soddisfazione dalle assicurazioni, bisogna, infatti, presentare le fatture originali di acquisto il cui valore, ovviamente, non equivale a quello del prezzo pagato ma sconta una riduzione dovuta all’utilizzo dell’apparato.

Oggi, mercoledì 9 aprile, il terzo episodio consecutivo.

Stavo passeggiando con il cane -dice l’avvocato Domenico Stammato- quando ho visto i contatori della mia abitazione giù. Appena entrato ho continuato a sentire gli sbalzi di tensione delle scariche da 380 volt che, questa volta, hanno fatto fuori la scheda elettronica di un condizionatore e quella della cappa che si trova in cucina. A febbraio ci ho rimesso il frigorifero e, nella stessa mia situazione, adesso si ritrovano altre decine di famiglie”.

Abbiamo cercato di proteggerci per quanto abbiamo potuto -prosegue Stamato- ma i blocchi di continuità non possono fornire una barriera universale per tutti i dispositivi. Una cosa devastante, anche perché non è possibile ogni volta tirare fuori migliaia di euro o aspettare settimane per farsi una doccia calda quando a saltare sono apparecchiature che richiedono tempo per essere riparate”.

In una situazione paradossale, dovuta sicuramente alla vetustà della rete esterna di alimentazione rispetto alla crescita esponenziale dei moltissimi elettrodomestici installati nelle case moderne, oltre al danno c’è stata anche la beffa.

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Uno dei dispositivi bruciato dalla scarica elettrica di questa mattina in una delle abitazioni dell’Axa

I residenti minacciano una class action contro il gestore della rete elettrica

Di fronte al ripetersi di un fenomeno mai risolto alcuni residenti si sono rivolti anche ad Arera, l’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente che dovrebbe tutelare i consumatori almeno in circostanze inaccettabili come nel caso Axa.

Tutto quello che siamo riusciti a ottenere da Arera -prosegue allargando le braccia Stamato- è stato un parere negativo che ci dava torto perché, a giudizio dei funzionari, non avevamo attivato adeguate contromisure contro lo shock elettrico. A questo punto però stiamo valutando tutte le azioni legali possibili per tutelarci, e pensando anche a una ‘class action’, una causa collettiva per ottenere da Areti anche il risarcimento dei danni morali subiti”.

Si parla tanto di transizione energetica, ho anche alzato a 6 kilowattora la potenza del contratto per ricaricare la batteria della mia auto elettrica, ma non è possibile andare avanti con infrastrutture di rete che risalgono alla prima guerra mondiale. Non sono più tollerati da parte del gestore -conclude il legale- provvedimenti spot che non siano risolutivi”.

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