“Il mio Antonio è morto e lui, il vigilantes giustiziere, è libero, va in giro. Ha ucciso un ragazzo, il papà dei miei due bambini mentre scappava disarmato. Anton ha sbagliato a fare quel furto, quella rapina, ma perché ucciderlo?”. Piange Anna, 21anni, la vedova di Anton Ciurciumel il 24enne romeno ucciso sulla Cassia dopo un tentativo di rapina in appartamento fatto saltare da un vigilantes che si è attaccato al campanello di casa mentre la banda smurava la cassaforte tenendo in ostaggio l’inquilina, una 61enne ucraina. Anton e gli altri una volta scoperto sono scappati dal balcone e poi i colpi di pistola del vigilantes.
La moglie del rapinatore ucciso chiede giustizia. Per il vigilantes, invece, sarebbe stata legittima difesa
La vedova è stata sentita dagli investigatori ed ha ripetuto la sua disperazione. Le indagini dei carabinieri ora sono concentrate alla cattura degli altri re ladri scappati via.
“Quel vigilantes ha sparato ad Anton alla nuca mentre si arrampicava per scappare via. Era di spalle. Ma quale legittima difesa? Quel vigilante è pericoloso, ha sparato dieci colpi”, aggiunge la vedova.
Ieri il vigilantes, Antonio Micarelli, 56 e una figlia che lo definisce “eroe”, ha ripetuto, tramite i suoi legali, di aver agito per legittima difesa perché i rapinatori mentre fuggivano con l’auto avrebbero cercato di investirlo. “Sono profondamente addolorato, non volevo uccidere. Mi sono difeso“.
In realtà non risultano segni di investimento e il rapinatore ucciso è stato colpito alla nuca, di spalle, mentre tentava di arrampicarsi su un muretto per scappare disarmato.
Si procede per omicidio
La procura procede per omicidio volontario. “Se, all’esito delle indagini degli inquirenti, dovessero emergere elementi di un dolo diretto non è esclusa nemmeno l’ulteriore contestazione di plurimo tentato omicidio nei confronti dei complici”, dichiara l’avvocato Andrea Palmiero, che assiste i genitori di Circiumel.
Il quartiere difende il vigilantes
Il vigilante comunque sta calamitando la solidarietà del quartiere. “Ci ha difeso dai ladri – ripetono – Poteva girarsi dall’altra parte e invece è intervenuto”.
Il Comitato per la giustizia aveva provato a offrire la difesa gratuita della guardia giurata indicando il nome di un penalista. L’indagato, però, si era già affidato a due noti penalisti romani, Pietro Pomanti e Valerio Orlandi.