Il vigilante indagato per il rapinatore ucciso: “Provo dolore, ma è stata legittima difesa”

Il vigilante sostiene di aver sparato contro il rapinatore per legittima difesa

I rilievi dei carabinieri

Antonio Micarelli, il vigilante che l’altra sera in zona Cassia sparando dieci colpi ha ucciso un rapinatore in fuga con tre complici, ha spiegato di aver agito per legittima difesa.

Il vigilante sostiene di aver sparato contro il rapinatore per legittima difesa

Il vigilante ha aggiunto anche di essere profondamente addolorato per la morte del rapinatore, che poi si è rivelato essere un ragazzo con precedenti penali e col suo stesso nome, ossia Antonio Ciurciumel.

Non volevo uccidere. Non era assolutamente mia intenzione togliere la vita a qualcuno. Mi stavano investendo con l’auto…“, ha specificato il vigilante.

Micarelli ha rilasciato le prime dichiarazioni spontanee all’autorità giudiziaria, in attesa di essere convocato da piazzale Clodio e sottoposto al formale interrogatorio iun cui spiegherà nel dettaglio il tentativo di sventare la rapina che si è concluso con l’arresto di uno dei banditi.

È profondamente addolorato del decesso del signor Ciurciumel. Attendiamo l’interrogatorio ed i risultati degli accertamenti. Micarelli si è messo immediatamente a totale disposizione della autorità giudiziaria“, hanno detto gli avvocati Pietro Pomanti e Valerio Orlandi difensori della guardia giurata ora indagata per omicidio per la morte del 24enne romeno.

“Un eroe” per la famiglia

La guardia giurata, 56anni, vive nel condominio della tragedia e lavora per una multinazionale. Una delle due figlie lo ha definito  “eroe”.

Il Comitato per la giustizia aveva provato a offrire la difesa gratuita della guardia giurata indicando il nome di un penalista. L’indagato, però, si era già affidato a due ottimi penalisti romani, Pomanti e Orlandi.

La testimone

Continuano, serrate, intanto, le indagini dei carabinieri di via In Selci per rintracciare i tre complici del rapinatore ucciso. Sono scappati via con un’auto. Dettagli cruciali per identificarli potrebbero arrivare oltre che da alcune telecamere di videosorveglianza anche dalla badante ucraina di 61 anni presa in ostaggio durante il furto.

La donna viveva nell’appartamento di via Cassia 1004 concessogli a quanto pare a titolo gratuito da un medico. “I ladri sono entrati in casa dal balcone. Mi hanno spaventata, erano in quattro. Cercavano la cassaforte. Io non ne sapevo neanche l’esistenza. Mi hanno trattenuto ma non legato. Poi hanno preso a picconate la cassaforte…facendo rumore, tanto rumore“.

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