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Quadruplicato il costo del nuovo Ponte della Scafa: è di 112 milioni. Assessora ottimista: “Cantieri entro l’anno”

Presentato il progetto del nuovo Ponte della Scafa: dopo ventuno anni, tra appalto frettoloso, progetti sbagliati e pareri negativi, l’opera ha raggiunto un costo di 112 milioni di euro

Costerà 112 milioni di euro il nuovo Ponte della Scafa: dopo ventuno anni dalla sua previsione e dodici dal suo appalto, il costo iniziale è quadruplicato e l’ultimo progetto continua a sollevare polemiche. Attenzione e fermento intorno all’opera, inserita tra quelle previste e finanziate con il Giubileo, si sono riconfermati ieri, mercoledì 15 gennaio, durante l’incontro promosso dal Campidoglio e dal X Municipio nella sede del Palazzo del Governatorato di Ostia.

Presentato il progetto del nuovo Ponte della Scafa: dopo ventuno anni, tra appalto frettoloso, progetti sbagliati e pareri negativi, l’opera ha raggiunto un costo di 112 milioni di euro

Che l’ampliamento dell’unico ponte di collegamento tra la sponda di Ostia del Tevere con quella opposta sia un’opera urgente e indispensabile, è una certezza. Che vada realizzato nel rispetto della preziosissima area archeologica di Ostia e che si inserisca senza impatto nel delicato assetto idrogeologico della foce del Tevere sono i due presupposto imprescindibili che deve contemplare il progetto. Non a caso le precedenti previsioni, sono state bocciate nella conferenza dei servizi avviata nel 2019 e chiusasi nel 2023 proprio su questi due punti dai rispettivi enti, la Soprintendenza archeologica e il Consorzio di Bonifica.

L’ottimismo dell’assessora

“Entro la fine di quest’anno contiamo di aprire il cantiere del nuovo Ponte della Scafa”. È ottimista l’assessora capitolina ai Lavori pubblici, Ornella Segnalini, riguardo ai tempi di messa a terra del nuovo progetto. “La Conferenza dei Servizi sul nuovo progetto si è conclusa positivamente e siamo già in fase di affidamento della verifica prevista per legge – annuncia Segnalini – Il nuovo Ponte della Scafa è stato inserito come opera indifferibile degli interventi per il Giubileo 2024. Contiamo per fine anno corrente di avviare i lavori“. Soprintendenza archeologica di Ostia e Consorzio di Bonifica bocciarono il progetto due anni fa. Per superare i pareri negativi di Soprintendenza archeologica e Consorzio di Bonifica, è stato affidato l’incarico a “Risorse di Roma” (250mila euro di compenso) di applicare le osservazioni presentate da quegli enti.

Ponte più basso nel nuovo progetto

Nel nuovo progetto abbiamo abbassato l’opera di 2 metri e ridotta la luce di 10 metri. La viabilità è stata ridotta da 740 metri a 680 – ha specificato l’ingegner Salvatore Scilio di “Risorse per Roma” – Inoltre, la pista ciclabile è stata spostata sul vecchio ponte che non verrà abbattuto“. Scilio ha anche chiarito che il ponte ad arco è una soluzione e campata unica resa necessaria dalle norme che vietano in Italia la costruzione di ponti con piloni nell’alveo.

Nuovo Ponte della Scafa, lato Ostia: si notano le colline di terra e vegetazione che dovrebbero nascondere i pilastri in cemento

Dunque, il nuovo ponte non sarà alto 18 metri sul livello del fiume ma 16, una riduzione di altezza che in ogni caso mantiene fuori dalla vista e soffoca con un’opera mastodontica la storica Torre Boacciana. Il problema dei pilastri di sostegno alti come un palazzo di cinque piani, larghi due metri e profondi sei, sul lato di Ostia è stato risolto addossando alla strada una collina di terra e vegetazione. Una soluzione, questa, accettata dal direttore del Parco archeologico di Ostia, Alessandro D’Alessio, presente all’incontro. “La direttiva del Ministero per i Beni archeologici che nel 1959 vietava costruzioni superiori ai 7,5 metri nell’area, è stata superata da nuove norme” ha evidenziato Segnalini con l’assenso di D’Alessio. “C’è un netto miglioramento rispetto al progetto precedente” ha sottolineato il soprintendente.

Sul lato di Fiumicino, invece, nessun addossamento di terra a ridosso dei piloni del ponte. “Gli spazi sottostanti – ha annunciato l’architetto paesaggista, consulente del Campidoglio, Paolo Pineschiverranno destinati a playground per la pratica dello sport”.  Il vecchio Ponte della Scafa diventerà un asse ciclopedonale al servizio del cosiddetto parco d’affaccio.

In primo piano l’assetto ciclopedonale che assumerà il vecchio Ponte della Scafa. Sullo sfondo Isola Sacra-Fiumicino

Il prezzo quadruplicato

Sono ventuno gli anni d’attesa da parte delle comunità di Ostia e Fiumicino, in particolare di quella degli automobilisti. La progettazione di un nuovo Ponte della Scafa, infatti, è stata avviata nel 2004, il progetto definitivo approvato nel 2009 e l’aggiudicazione della gara all’associazione temporanea di imprese Consorzio Sinercos nel 2013 (ribasso del 18,9%). La stipula del contratto è nel 2018. Nel frattempo sono intervenute variazioni normative, in particolare quella sulle barriere stradali, ma soprattutto nuove richieste dalla stazione appaltante ovvero dal Comune di Roma: l’inserimento della pista ciclabile, una nuova rotatoria lato Fiumicino e la canalizzazione dei sottoservizi (cavi e condotte). Poi, nel 2023, la bocciatura della Conferenza dei Servizi.

Insomma, la nascita del nuovo Ponte della Scafa è stata imposta e dettata da un appalto frettoloso privo ancora dei pareri degli enti competenti.

Alla luce delle lungaggini burocratiche, di errori e di richieste venute dagli enti locali, il nuovo complesso ha raggiunto un costo di 112 milioni, rispetto agli iniziali 26,7 milioni di aggiudicazione. Risibile l’impegno originario fissato nella gara di appalto sui tempi di realizzazione: 60 giorni per la progettazione esecutiva e 440 giorni per l’esecuzione.

Le criticità

Il problema dell’impermeabilizzazione del terreno e, quindi, dei rischi idrogeologici legati al progetto, sarebbe stato risolto non con una vasca di laminazione, come richiesto dal Consorzio di Bonifica, ma con la individuazione di un’area dove far convergere le acque meteoriche, una sorta di piccola palude che si inserirebbe nel paesaggio. Ciò garantirebbe, secondo progettisti e Consorzio di Bonifica, la cosiddetta invarianza idraulica: anche in caso di bombe d’acqua, insomma, l’area non si allagherebbe.

Molti i punti sollevati dai comitati presenti e rimasti senza risposta. “Assurdo il parere favorevole della Soprintendenza che autorizza la realizzazione di una barriera alta sedici metri e lunga 230 al confine con gli scavi archeologici – osserva l’architetto Bruno Spinozzi dell’associazione “Amici del lungomare” – Chissà a Pompei come si sarebbero regolati”. L’architetto Flavio Coppola ha messo in luce una gravissima lacuna sulla quale la risposta degli addetti ai lavori è stata balbettante: “Possibile che nella progettazione non sia stata prevista una rotatoria all’intersezione della via del Mare con via della Scafa per collegare Cineland a Ostia senza dover raggiungere Ostia Antica o precorrere via Tancredi Chiaraluce?”. L’assessora Segnalini ha ammesso la mancanza e si è impegnata pubblicamente: “Potremo avviare uno studio specifico”.

Dai “Tavoli del Porto” l’osservazione che non è stato previsto lo svincolo per il nascente Porto della Concordia (altra opera inserita tra quelle del Giubileo) che comporterà un pesante aggravamento del traffico sulla direttrice.

Gravissime le osservazioni sollevate da Paula Felipe De Jesus per conto di Labur, Laboratorio di Urbanistica. “La delibera comunale che autorizzava gli espropri è scaduta – ha ricordato De Jesus – E’ stata rinnovata? Sono stati effettuati gli accertamenti antimafia che avevano scaturito l’interdittiva emessa dall’agenzia anticorruzione Anac nel 2022?”. Nessuno ha risposto. Ormai si era fatto tardi.