Guidava distratto dal telefonino in mano il barista romano di vent’anni che alla guida di una Smart una sera di marzo dell’anno scorso ha investito e ucciso a Ottavia una passante e il suo cagnolino. Nicolina Vilardo, 69 anni, stava attraversando in tutta sicurezza sulle strisce pedonali quando si è ritrovata catapultata sull’asfalto insieme al suo fidato amico a quattro zampe. Una morte straziante per entrambi, uno choc per il quartiere.
Distratto dal telefonino investe e uccide una passante e il suo cane: ora il patteggiamento
I dettagli dell’incidente sono emersi nel procedimento per omicidio stradale che ieri, 10 dicembre, si è chiuso a piazzale Clodio col patteggiamento dell’imputato alla pena di 2 anni e 4 mesi. Pochi per i familiari della vittima che, in aula, davanti al gip, hanno contestato la pena, da loro ritenuta mite.
Tra le aggravanti contestate al giovane – che dopo il dramma si è fermato per chiamare i soccorsi – il superamento dei limiti di velocità e il mancato rispetto della segnaletica stradale.
Nel capo d’imputazione la procura ha sottolineato anche come causa decisiva dell’incidente l’uso del telefonino per ascoltare musica, una distrazione.
La tragedia risale alle sette e mezza di sera del il 12 marzo 2023 in via Esperia Sperani, quartiere Ottavia.
L’incidente
Il barista è alla guida della sua Smart. Nello stesso momento la 69enne, residente nel quartiere, sta passeggiando con il suo cagnolino.
Si avvicina al bordo della strada e poi inizia ad attraversare sulle strisce. In quel momento però sopraggiunge la Smart.
Il ventenne viaggia a una velocità poco superiore al limite dei cinquanta chilometri orari. Ed ha tra le mani il cellulare. Non si accorge ne’ delle strisce, ne’ della passante col cane. All’improvviso il terribile investimento La vittima morirà poco dopo insieme al cagnolino.
La lettera di perdono
Le figlie, nipoti e i generi della signora Nicolina si sono costituiti parte civile, chiedendo giustizia.
Il ventenne – difeso dall’avvocato Guido Settimj – nelle prime fasi del procedimento ha scritto per tutti una lettera finita gli atti. Una richiesta di perdono accorata, parole in cui esprimeva anche la comprensione del dolore provocato dal terribile incidente.