Da Olevano Romano a Bruxelles per tendere una mano all’Africa. Approvato a Bruxelles nell’ultima Plenaria del Comitato europeo delle regioni un parere di Guido Milana, che indica la rotta sui 7 miliardi di euro da spendere per l’Africa col progetto Renew Europe.
Da Olevano Romano a Bruxelles, la linea (da applauso) di Milana per aiutare l’Africa
La particolarità è che Milana, che per l’occasione ha ricevuto l’applauso dell’assemblea e l’elogio di Jutta Urpilainen Commissaria Europea alla Cooperazione internazionale, presente per l’occasione nella seduta svolta nel Parlamento europeo, arriva da un paesino dell’area prenestina, alle porte di Roma.
Da consigliere di opposizione di Olevano Romano per anni ha fatto parte della rappresentanza italiana al comitato delle regioni di Bruxelles. Quello di Milana è stato l’ultimo parere, l’ultimo intervento e l’ultimo voto del mandato.
A gennaio si insedierĂ il nuovo CdR, il Comitato Europeo delle Regioni, l’organo composto da 329 membri rappresentanti delle istituzioni locali di tutta Europa.
Investimenti non aiuti
Le parole d’ordine di Milana: in Africa non aiuti ma investimenti e gemellaggi tra istituzioni locali europee e quelle dei 55 stati del continente africano, ognuno caratterizzato dalla propria economia e geopolitica.
“Dobbiamo distinguere tra aiuti e investimenti”, ha sottolineato Milana. L’Ue fin qui ha insistito sui primi, per una scelta che non paga e ancor meno lo farĂ in futuro. “Poi non si può assistere passivamente al lavoro di Cina e Russia”, che nel continente giocano le loro rispettive partite.
I settori su cui investire in Africa: i servizi comunali, le infrastrutture, la formazione professionale.
L’Africa avanza
Altro punto sollevato da Milana: fare presto. Le cittĂ africane stanno conoscendo un processo di urbanizzazione senza precedenti.
“Da qui al 2050 l’Ue perderà 50 milioni di persone, passando da 450 milioni a 400 milioni di persone. In Africa si passerà invece da 1,3 miliardi a due miliardi di persone” nello stesso periodo. Persone che, se non messe nella condizioni di fermarsi, “si metteranno in marcia verso l’Europa”. E, ha avvertito ancora, tutto questo rischia una accelerazione col “cambiamento climatico”.