Ucciso sotto casa ad Acilia: risolto il caso con 20 misure cautelari per associazione mafiosa (VIDEO)

Paolo Corelli fu ucciso sotto casa ad Acilia il giorno di San Valentino del 2022

Venne ucciso sotto casa ad Acilia il giorno di san Valentino del 2022. A meno di tre anni di distanza dall’omicidio di Paolo Corelli i carabinieri del Gruppo di Ostia hanno eseguito questa mattina, mercoledì 20 novembre, una serie di arresti nell’ambito di una vasta operazione antidroga scaturita proprio da quelle indagini.

Paolo Corelli fu ucciso sotto casa ad Acilia il giorno di San Valentino del 2022

Venti le misure cautelari eseguite sotto il coordinamento della Divisione Distrettuale Antimafia della Procura di Roma: 16 persone sono state trasferite in carcere, 4 ai domiciliari e altre 7, tra le quali 3 donne indagate a piede libero anche se con importanti ruoli strategici all’interno del clan.

I capi d’accusa variano dall’associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti anche a livello internazionale, detenzione e spaccio.

Tra gli arrestati c’è anche Claudio Corelli, il fratello della vittima che sarebbe stato trovato in possesso di 220 grammi di cocaina.

In manette anche Alessandro Capriotti, noto con l’alias di “er miliardero” coinvolto in precedenti indagini sulla malavita romana.

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I militari dell’Arma hanno raccolto pesanti elementi indiziari che riconducevano a un organizzazione criminale specializzata nel traffico di stupefacenti tra l’Olanda e il nostro Paese. I fatti risalgono al periodo compreso tra il mese di giugno del 2021 e maggio 2022.

Tre i corrieri  arrestati in flagranza di reato con ingenti quantitativi di droga mentre rientravano dai Paesi bassi.

Il primo era stato intercettato nel maggio del 2022 all’altezza dello svincolo autostradale di Roma Nord a bordo di un furgone Ford Transit in cui erano stati nascosti 19 panetti da un chilogrammo.

Il secondo era stato bloccato un mese dopo alla guida di una Citroen Jumper con otto chilogrammi di cocaina celati nella ruota di scorta e il terzo il giorno seguente alla guida di una Toyota Rav 4 con 4 chili di cocaina e oltre 130mila euro in contanti.

Un giro d’affari milionario che consentiva di alimentare il mercato dello spaccio in tutto il Lazio e in altre regioni d’Italia attraverso sofisticati stratagemmi tramite cui il sodalizio criminale riusciva a eludere i controlli delle forze dell’ordine. La droga veniva nascosta con cadenza quasi mensile all’interno di doppio fondi ricavati all’interno di veicoli intestati a terze persone e con dispositivi apribili solo attraverso elaborati sistemi di automazione.

Il modus operandi dell’organizzazione

Le sostanze venivano, tra l’altro, custodite presso quattro immobili dell’organizzazione ubicati tra le province di Roma e Latina.

Nell’ambito dell’operazione sono stati effettuati 9 arresti in flagranza di reato, sequestrati oltre 32 chilogrammi di cocaina per un valore complessivo di circa 1,5 milioni di euro e 174mila euro in contanti, considerati dagli inquirenti frutto delle attività illecite gestite dalla banda.

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Le indagini sono dunque partite da lontano. E precisamente dal giugno del 2021 quando venne tratto in arresto per droga Claudio Corelli fratello di Paolo Corelli, il 47enne senza precedenti penali  freddato sotto casa sua, in via Roesler Franz ad Acilia il 14 febbraio del 2022 mentre si accingeva a salire sulla sua auto per recarsi al lavoro presso il supermercato Emmepiù di via delle Ombrine a Fiumicino dove era addetto al settore ortofrutta. Corelli che era sposato e padre di una bambina venne ucciso sotto gli occhi della moglie e della madre.

Possibili colpi di scena nell’omicidio Corelli

Il killer, con cappello da baseball in testa e mascherina chirurgica sul volto, agì con determinazione sparando sul bersaglio tre colpi di pistola: due alle spalle e uno al torace per finire la vittima. Una delle prime ipotesi degli investigatori è che l’omicidio fosse maturato nell’ambito di traffici collegati alla criminalità albanese, sebbene Corelli fosse incensurato.

Un anno dopo la svolta che impresse un’accelerazione alla soluzione del caso. Il 16 marzo del 2023, infatti, veniva arrestato il 27enne Angelo Sabatucci, soprannominato “il barbiere” per la sua abilità con forbici e capelli e ritenuto il presunto responsabile dell’omicidio.

Secondo la ricostruzione del nucleo investigativo dell’Arma di Ostia Sabatucci avrebbe aspettato addirittura per ore Corelli in strada allo scopo di vendicarsi di una “pizza” presa in faccia il giorno precedente alla sparatoria. Forse per una discussione legata a un debito contratto con l’omicida ma non restituito.

Il 6 marzo scorso il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Roma ha disposto, su richiesta del pubblico ministero Stefano Luciani, il rinvio a giudizio di Angelo Sabatucci fortemente indiziato di essere l’autore dell’assassinio.

Ma oggi l’inchiesta sull’efferato omicidio di Paolo Corelli potrebbe registrare un’ulteriore colpo di scena che, sospettano gli inquirenti, potrebbe anche essere maturato nell’ambito di una faida tra bande di spacciatori rivali per la spartizione del traffico di stupefacenti in virtù degli stretti legami criminali emersi dalle indagini con i pusher disseminati nell’area sud della capitale. Faida che potrebbe aver coinvolto suo malgrado la vittima, eliminata in questo caso per una vendetta trasversale.

La precisazione del familiare di Claudio Corelli

In relazione alla vicenda la compagna di Claudio Corelli ha inviato alla nostra redazione la seguente versione dei fatti: “Mi preme informare la redazione che Claudio non è stato arrestato stamattina e che non c’entra nulla con la morte del fratello – evidenzia la compagna dell’uomo – Gli articoli pubblicati in queste ore hanno provocato forte disagio a me e alla mia famiglia.

Il presunto capo del clan risiederebbe a Ostia

Quel che è certo è che l’operazione messa a segno oggi dai carabinieri di Ostia costituisce un altro duro colpo al mercato romano della droga. Un traffico che faceva capo a un’organizzazione piramidale solida e ben definita al vertice della quale figurerebbe un residente del Lido di Roma capace di tenere le fila della rete di importazione, trasporto, custodia, occultamento e smercio sulla piazza capitolina.

E’ opportuno ricordare che qualsiasi persona denunciata, tratta in arresto, fermata, indagata o rinviata a giudizio in ogni stato e grado del procedimento penale deve essere considerata  innocente sino alla pronuncia di una sentenza di condanna definitiva nei suoi confronti.

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