In vendita, all’asta, la villetta di proprietà della famiglia Ciontoli dove nel maggio 2015 avvenne l’omicidio di Marco Vannini, per cui Antonio Ciontoli è stato condannato a 14 anni per omicidio volontario insieme alla moglie Maria Pezzillo e i figli Federico e Martina,a loro vollta condannati a nove anni e quattro mesi di carcere per concorso anomalo.
La villetta sarà battuta all’asta, prezzo base 157.500 euro. Il ricavato andrà alla famiglia Vannini
L’annuncio è apparso su un famoso portale di compravendite immobiliari che fissa la base d’asta a 157.500 euro. I ricavato andrà alla famiglia Vannini per il risarcimento.
L’annuncio
Sull’annuncio si legge : “Villino su tre piani collegato da scala, composto al piano terra da centrale termica e guardino di pertinenza, al primo piano da salone, cucina, bagno, disimpegno e ampia terrazza, al piano secondo da tre camere di cui una con balcone e bagno”. La casa è disabitata da anni.
Qualche anno fa di fronte all’abitazione è stata affissa una targa dedicata a Marco Vannini. “Chi diceva di amarti – si legge – ti ha lasciato morire, ma nessuno farà mai morire il nostro amore per te, mamma e papà“.
L’omicidio nella villetta
Marco Vannini morì a Ladispoli la notte tra il 17 e il 18 maggio del 2015 per un colpo d’arma da fuoco sparato dal padre della sua fidanzata Martina mentre era in bagno, poteva essere salvato. Ma Antonio Ciontoli, l’uomo che fece fuoco, e il resto della famiglia (i due figli e la moglie Maria Pezzillo), presente in casa, non fecero nulla per allertare i soccorsi.
Anzi, la condotta di Ciontoli, verso il quale i familiari provavano soggezione, “fu non solo assolutamente anti doverosa ma caratterizzata da pervicacia e spietatezza, anche nel nascondere quanto realmente accaduto, sicche’ appare del tutto irragionevole prospettare, come fa la difesa, che egli avesse in cuor suo sperato che Marco Vannini non sarebbe morto“, riportano le motivazioni della Cassazione pubblicate nel luglio 2021.
La famiglia Ciontoli di recente ha denunciato degli haters per gli insulti a loro riservati.
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