Chiuso a Roma un affittacamere da incubo, con condizioni igieniche disastrose. Materassi e pavimenti lerci, bagni incrostati e anti incendio fuori norma. A far scattare la revoca della licenza per l’attività la Polizia Locale di Roma Capitale.
L’affittacamere trovato in stato di degrado. Tutte le irregolarità che hanno portato alla chiusura
Denunciato il patron un cinquantenne di nazionalità bengalese. La cura delle stanze non era il suo forte. Del tutto carente anche la gestione amministrativa.
Non era la prima volta che i caschi bianchi della Polizia Locale apponevano i sigilli all’affittacamere da incubo avviato da anni in zona Termini. La risposta del gestore, però, era sempre la stessa: ignorava multe e provvedimenti. Stavolta i vigili urbani, così, hanno fatto scattare la decadenza dell’attività. L’affittacamere è stato posto sotto sequestro.
Il provvedimento è stato disposto da una determinazione rilasciata dalla Direzione Turismo del Dipartimento Grandi Eventi, Sport, Turismo e Moda del Campidoglio.
Capienza non rispettata
Ad apporre i sigilli gli agenti del GSSU, Gruppo Sicurezza Sociale Urbana, e del I Gruppo Centro. Lunga la lista delle irregolarità amministrative rilevate (altre sono in via di accertamento).
Tra le contestazioni l’aumento della capienza ricettiva, le condizioni igienico sanitarie critiche, la mancata esposizione della tabella dei prezzi, l’assenza del percorso anti incendio. E per concludere la mancata comunicazione alla Regione Lazio degli arrivi e delle partenze dei turisti.
Un paio di mesi fa, sempre nella zona di Termini, i caschi bianchi avevano scoperto delle case pollaio, due seminterrati di 30 e 40 metri in cui vivevano stipate una ventina di stranieri, 21 per esattezza, taglieggiati da un connazionale.
Anche qui le condizioni igieniche drammatiche. I letti a castello stipati uno sull’altro. Brande e cuscini sporchi e riposti terra. Micro cucina lercia e un solo bagno per tutti.
