Concessioni e bagnini assenti, stabilimenti storici chiusi o prossimi alla chiusura per canoni mai pagati o pagati parzialmente, spiagge sporche e chioschi in bilico: stagione balneare a rischio
Ostia: la questione dei chioschi di Capocotta sta diventando sempre più rovente e si arricchisce di nuovi particolare, dato che è terminato l’esame delle offerte tecniche. L’ultima “tappa” di questa querelle è prevista (salvo soprese), il martedì della settimana entrante, 21 maggio. In questa data si terrà l’ultima seduta della commissione.
Nel dettaglio, il Dipartimento Tutela Ambientale di Roma Capitale ha concluso nella giornata di ieri, venerdì 16 maggio, l’esame delle offerte tecniche per la gestione dei chioschi Mediterranea, Dar Zagaia e Porto di Enea di Capocotta.
La gestione di queste strutture è da sempre oggetto di dibattiti molto accesi e nel suo insieme rappresenta l’oggetto di un bando pubblicato dall’amministrazione capitolina lo scorso mese di aprile.
In particolare, la seduta è stata presieduta dal Direttore della Centrale unica degli acquisti di Roma Capitale, Mario Laurenti, e l’ultima è stata per l’appunto fissata per il 21 maggio.
In quest’occasione saranno analizzate le offerte economiche per stabilire i soggetti che si aggiudicheranno i lotti.
Ovviamente, di tutta questa situazione ne risente la stagione balenare di Ostia, sempre più alle porte, dato che sono stati privati della licenza tanti stabilimenti storici, dal Kursaal al V Lounge allo Sporting Beach e per il momento non sono operativi.
In questa fase il comune di Roma ha continuato con i sopralluoghi alle strutture, grazie all’operato dell’assessore al patrimonio Zevi che è andato a fare ulteriori verifiche allo stabilimento “Il Gabbiano”.
Da sottolineare come la mancanza di vari servizi, compresi quelli dei bagnini, è un’altra questione scottante e strettamente connessa, a Castelporziano e dintorni.
Spiagge, chioschi, concessioni tolte, bagnini assenti, la confusione e le carenze regnano sovrane negli stabilimenti lidensi e ora il Campidoglio dovrà assumersi la responsabilità di dirimere questa matassa aggrovigliata.
Al “Gabbiano”, altro stabilimento di Ostia, l’Assessore Zevi ha verificato vari aspetti, compresa la conformità del varco che nelle intenzioni serve (servirebbe) a dare libero accesso (gratis) ai bagnanti.
Ma da tempo la realtà dei fatti al “Gabbiano” è che in quel punto nessuno può passare, con l’accesso alla spiaggia che è coperto da erba alta, rovi e dalle caldaie per l’acqua calda dello stabilimento. E per queste mancanze, compresa la segnaletica di “libero accesso” carente e nascosta, il titolare del “Gabbiano” rischia di perdere la concessione.
Idem allo Sporting Beach, pietra miliare degli stabilimenti di Ostia fin dagli anni ’50, con il Consiglio di Stato che ha confermato la decadenza della concessione balenare decisa dal Municipio X lo scorso ottobre e riconfermata un mese fa, ad aprile, per la storia di ritardati pagamenti (canoni pagati in ritardo tra il 2022 e l’anno passato).
Altra situazione molto urgente e spinosa è quella dello Sporting Beach, stabilimento aperto dagli anni 50 nei pressi della rotonda: il consiglio di Stato ieri ha confermato la decadenza della concessione balneare decisa a fine ottobre dal Municipio e confermata a fine aprile dal Comune a causa dei ritardi nel pagamento dei canoni dovuti al Municipio dal 2022 al 2023.
Per ora lo stabilimento in questione è ancora aperto, ma le comunicazioni da parte del comune di Roma rischiano di far cessare l’attività anche in questo caso, a breve.
La decisione non sarà così immediata, dato che il Campidoglio attende la decisione del Consiglio di Stato, come nel caso del Kursaal.
Per quanto riguarda le sorti della concessione del Kursaal, il responso dovrebbe arrivare entro e non oltre venerdì prossimo, il 24 maggio.
Il debito del Kursaal è di circa 800mila euro per canoni non pagati (anche in questo caso) dal 2016 al 2019.
Ma, come spiegato in precedenza, queste sono circostanze che rischiano di coinvolgere, chi più, chi meno, circa una quarantina di stabilimenti di Ostia, la stragrande maggioranza sarebbero infatti morosi e non più prorogabili in alcun modo.
La riscossione dei canoni sarebbe parziale da parte del Comune di Roma, e il Tar farà giurisprudenza, dato che si attendono i responsi sui ricorsi presentati per poter concludere la vicenda mantenendoli aperti o chiusi, a seconda della possibilità dei titolari delle concessioni di saldare i debiti.
Concessioni scadute, casi irrisolti e mancanza di gare per fare i bandi tramite i quali assegnare le spiagge stanno portando alla chiusura degli stabilimenti, se dichiarati abusivi.
Il V Lounge intanto è stato sgomberato e non si sa se e quanti avranno la stessa sorte e dovranno chiudere i battenti. Altri, come la Casetta, sono da tempo devastati e le spiagge libere, ciliegina su una torta amarissima, sono terra di nessuno, con bagni chiusi e senza servizi di salvamento.
Da qualsiasi angolazione si guardi la situazione è davvero drammatica, dato che anche per Capocotta i bandi sono paralizzati da circa un mese e la sicurezza non è garantita in nessun modo, idem l’igiene, totalmente assente.
I balneari e i semplici utenti che aspettano di andare a fare il bagno e prendere la tintarella sono due categoria ferite nel profondo e sempre più furenti e chiedono al Campidoglio di far godere alle persone il bene comune primario rappresentato dalle spiagge e dal mare.
Ma anche in questa circostanza, stessi problemi: concessioni scadute e il Campidoglio avrebbe di fatto difficoltà, come spiegato dai balneari a riaffidare a qualcuno le concessioni prima che qualcuno devasti le spiagge.
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