La Polizia locale lascia Capocotta. Bozzi (Azione): “Ridotta a terra di nessuno dal Campidoglio” (VIDEO)

Cessato e non ripristinato dalla Polizia locale il servizio di vigilanza contro gli atti vandalici. I chioschi restano chiusi, la spiaggia è senza bagnini e le dune senza sorveglianza

La Polizia locale abbandona la spiaggia di Capocotta. Dopo quasi due mesi di presenza anti-vandalismo sui chioschi distesi tra il km 8,000 e il 10,000 della via Litoranea, da oggi le pattuglie dei vigili urbani di Roma tornano all’attività ordinaria nella città. E, senza la sorveglianza, quella che è una delle spiagge più belle del litorale laziale, rischia la distruzione.

Cessato e non ripristinato dalla Polizia locale il servizio di vigilanza contro gli atti vandalici. I chioschi restano chiusi, la spiaggia è senza bagnini e le dune senza sorveglianza

E’ scaduto e non è stato rinnovato l’ordine di servizio con il quale il comandante della Polizia locale di Roma Capitale, aveva dislocato cinque pattuglie rispettivamente davanti ai varchi (e quindi ai chioschi) della spiaggia libera di Capocotta, lungo la Litoranea.  Il provvedimento era stato assunto poco dopo l’incendio che domenica 10 marzo scorso aveva ridotto in cenere il Mecs Village, uno dei cinque chioschi di Capocotta chiusi dall’amministrazione capitolina nell’attesa di una gara per l’assegnazione in gestione.

Una settimana dopo il rogo, sulla pressione dell’opinione pubblica e alla fine di un sopralluogo fatto per promettere “un nuovo futuro” per Capocotta, il sindaco di Roma aveva disposto una vigilanza h24 sette giorni su sette per evitare nuovi atti vandalici. Poche ore prima, il 12 marzo, era stato lanciato il bando pubblico per l’assegnazione di tre dei cinque chioschi (er Zagaja, Mediterranea e Porto di Enea). Sono stati esclusi il Settimo cielo (per il quale si prevede la demolizione) e l’Oasi Naturista, il cui destino è ancora indefinito. Dovrà essere definito anche il futuro dell’area dove sorgeva il Mecs Village distrutto dal rogo.

Martedì 2 aprile, ultimo giorno per partecipare al bando di gara, si è appreso che sono 56 i concorrenti candidati per la gestione dei tre chioschi. Da allora sono passate più di sei settimane e ancora non si sa nulla degli affidamenti. L’unica certezza sono gli esposti di Labur (“L’area sulla quale si trovano i chioschi non è di competenza comunale”) e di Fabrizio Santori (Lega) (“Incostituzionale favorire progetti Lgbtqia+”).

Va registrato anche un maldestro tentativo di pulizia da parte dell’amministrazione pubblica che ha mandato trattori e vagliatrici a pulire la spiaggia mentre erano presenti i bagnanti, con grave rischio per l’incolumità pubblica.

Un’ultima “perla” sulle condizioni di disagio alle quali andranno incontro tutti quei romani che volessero raggiungere Capocotta con i mezzi pubblici è data dal fatto che, stante la precaria stabilità dei “ponticelli” della Litoranea, la Città Metropolitana ha vietato il transito dei bus su quella strada.

La protesta di Andrea Bozzi (Azione)

A lanciare l’allarme sui rischi che corrono i bagnanti e la spiaggia stessa di Capocotta è il capogruppo del X Municipio di Azione, Andrea Bozzi. “Capocotta da oggi è terra di nessuno, un passo indietro fino agli anni Ottanta – ammonisce Bozzi – Gli unici che festeggeranno sono i parcheggiatori abusivi, i ladruncoli d’auto e i venditori ambulanti. Sull’arenile i cartelli di divieto di balneazione e nessun controllo sui chioschi di proprietà dell’amministrazione. Se, poi, andiamo qualche centinaio di metri indietro sulla Litoranea, troviamo la spiaggia libera dei Cancelli, chiusi e anche lì senza servizi. Bagni chiusi, chioschi serrato, nessun marinaio di salvataggio. Il Campidoglio ha mandato via i gestori a ottobre, gli amministratori hanno avuto mesi per organizzare ed ecco il risultato. Abbiamo convocato rappresentanti del Comune di Roma alla Commissione trasparenza e non si è presentato nessuno a dare spiegazioni di questo triste comportamento”.