Chioschi di Capocotta verso la riapertura: oltre 50 i candidati alla gestione

I contratti di affidamento delle strutture di Capocotta avranno la durata di sei anni rinnovabili per una sola volta

Chioschi di Capocotta verso la riapertura: oltre 50 i candidati alla gestione

E’ stato ufficializzato il numero delle domande pervenute al Comune di Roma per la concessione di tre lotti per la gestione dei servizi sulle dune di Capocotta. L’avviso pubblico era stato pubblicato nella prima metà del mese di marzo.

I contratti di affidamento delle strutture di Capocotta avranno la durata di sei anni rinnovabili per una sola volta

Il bando, che è stato pubblicato dal Dipartimento Tutela ambientale del Comune di Roma, arriva a 24 anni di distanza dall’ultima procedura di evidenza pubblica.

L’ultimo giorno utile per le domande era ieri, martedì 2 aprile.

A conti fatti ne sono arrivate 57 e riguardano la concessione di tre lotti per la gestione dei servizi sulle dune di Capocotta.

L’obiettivo del Comune di Roma era quello di sanare una situazione che dal 2015 si è protratta tra ordinanze e provvedimenti vari.

Secondo il nuovo bando i contratti di affidamento avranno la durata di 6 anni rinnovabili per una sola volta.

I canoni annuali stabiliti dal Dipartimento Patrimonio, prevedono una base d’asta per i lotti B e D di 27.679 euro mentre per il lotto A la base d’asta è 32.685. Canoni per i quali si avrà poi lo scomputo inerente i servizi di pulizia delle dune.

Un bando che è stato pubblicato non senza polemiche, legate all’Oasi Naturista di Capocotta la cui istituzione risaliva al 1999 e che era giunto all’indomani dell’incendio che aveva distrutto una struttura storica come quella del Mecs Village.

Tra gli obblighi dei nuovi gestori c’è la tutela e manutenzione dei chioschi di Capocotta e delle relative strutture, la pulizia delle dune nelle aree di competenza, l’erogazione dei servizi di ristorazione, ma anche la promozione di iniziative sportive e culturali.

I candidati che hanno presentato le domande, inoltre, non devono avere situazioni di morosità nei confronti dell’amministrazione capitolina o occupare abusivamente immobili di proprietà di Roma Capitale.