Capocotta, esposto di LabUr: “L’area sulla quale si trovano i chioschi non è di competenza comunale”

Le motivazioni dell'esposto su Capocotta presentato dal Laboratorio di Urbanistica   

Chioschi di Capocotta verso la riapertura: oltre 50 i candidati alla gestione

E’ arrivato l’esposto di LabUr sul bando per l’affidamento delle spiagge di Capocotta. Il documento è stato inviato alla Capitaneria di Porto di Roma, alla Direzione Marittima di Civita, al Comune di Roma e alla Guardia di Finanza.

Le motivazioni dell’esposto su Capocotta presentato dal Laboratorio di Urbanistica

Nei giorni scorsi il Campidoglio aveva messo a bando tre lotti delle spiagge di Capocotta (LEGGI QUI) che corrispondono agli ex chioschi denominati Dar Zagaia (Lotto A), Mediterranea (Lotto B) e Porto di Enea (Lotto D). Previsto l’affidamento per 6 anni rinnovabili per una sola volta. Un bando in cui, tra l’altro, non compariva l’Oasi Naturista. 

Oggi LabUr ha annunciato di aver presentato un esposto.

“Dopo 24 anni di anarchia –spiegano dal Laboratorio di Urbanistica-  torna un bando di gara rabberciato per affidare le spiagge di Capocotta. Preparato in fretta e furia, viene pubblicato all’indomani dell’ennesimo incendio di uno dei 5 chioschi (il MECS), incompleto, in alcuni punti inesatto, in altri dettagliato quasi che sia stato predisposto ad arte. Siamo alle soglie del Giubileo e sotto un’amministrazione comunale rosso-verde, proprio come 24 anni fa. Non crediamo ai miracoli e neppure a finti ambientalisti. L’esposto, come i precedenti che hanno portato l’autorità giudiziaria a fare chiarezza su questa parte della Riserva Naturale Statale del Litorale Romano, sarà seguito da altre richieste di chiarimenti, sempre e solo a difesa di un interesse collettivo e diffuso”.

Capocotta, esposto di LabUr: "L'area sulla quale si trovano i chioschi non è di competenza comunale" 1
Nella planimetria SID è evidente che i chioschi Dar Zagaja (in alto) e Mediterranea sono fuori della zona demaniale marittima (in giallo) di competenza del Comune di Roma

In particolare LabUr chiede nell’esposto due cose per verificare la regolarità del bando: “di confermare o meno il diverso andamento della linea della dividente demaniale nel periodo compreso tra il 10 luglio 2023 e il 13 marzo 2024 e, se affermativo, in che data sarebbe avvenuto lo spostamento della dividente demaniale verso il mare, alterando di fatto le superfici dei singoli lotti originari”; “conoscere il posizionamento dei termini lapidei per l’individuazione della dividente demaniale e in che data è stato eseguito il rilievo topografico per l’inserimento delle coordinate geografiche”. Nel corso della commissione speciale municipale sul Litorale di mercoledì 13 marzo, l’assessore comunale Sabrina Alfonsi ha dichiarato che non le risulta sia stata spostata la dividente demaniale.

Il tema della dividente demaniale o linea SID è fondamentale perchè da una parte, quella verso il mare, c’è il demanio marittimo la cui gestione è di competenza del Comune di Roma, e dall’altra, verso la Litoranea, c’è il demanio statale, la cui gestione è demandata all’Agenzia del Demanio. Se i chioschi da gestire, infatti, si trovano tutti o in parte sull’area demaniale statale, il Campidoglio non è legittimato ad affidarne la gestione a terzi. E, stando così le cose, il bando pubblicato dall’amministrazione locale, non avrebbe senso.  

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