Bando chioschi di Capocotta, Fabrizio Santori (Lega): “Incostituzionale favorire progetti Lgbtqia+”

L’opposizione chiede al Campidoglio di ritirare il bando per l’assegnazione delle strutture balneari posizionate lungo la Litoranea

Uno dei chioschi di Capocotta

Un bando incostituzionale che deve essere immediatamente ritirato perché orientato a favorire in modo iniquo la comunità Lgbtqia+. Parte tra le polemiche la pubblicazione da parte del Campidoglio dell’avviso pubblico propedeutico all’assegnazione delle concessioni per la gestione dei chioschi di Capocotta.

L’opposizione chiede al Campidoglio di ritirare il bando per l’assegnazione delle strutture balneari posizionate lungo la Litoranea

A insorgere contro i requisiti del bando è il capogruppo della Lega in assemblea capitolina, Fabrizio Santori che, in una nota, chiede all’amministrazione locale di smetterla di “sguazzare nel pantano della discriminazione al contrario illudendosi di essere democratici e finendo con l’annegare nel ridicolo oltre che nell’illecito”.

L’avvio del procedimento di assegnazione delle licenze ha una portata molto ampia e riguarda un’area di oltre 150mila metri quadri situata lungo la litoranea all’interno della Riserva Naturale Statale del Litorale Romano a sua volta suddivisa in tre lotti e, nel cui ambito, saranno messe a gara strutture fisse comprese tra un minimo di 188 metri quadri a un massimo di 222.

Il bando cerca di risolvere il problema dei ripetuti rinnovi a loro volta causa dei pesanti ritardi che caratterizzarono anche l’ultima stagione balneare fissando a sei anni, rinnovabili per una sola volta su richiesta del titolare, la durata complessiva delle nuove autorizzazioni.

Autorizzazioni che saranno revocate unilateralmente da parte dell’amministrazione in caso di variazioni prive di permesso nell’uso dei locali; di realizzazione di opere o altre attività abusive; di sub locazione a terzi del chiosco ma, soprattutto, di mancato pagamento del canone di locazione che varierà tra un minimo di 27.679 euro a un massimo di 32.685.

Ma la parte dell’avviso che ha scatenato le reazioni dell’opposizione in seno all’assemblea capitolina è la parte riservata all’attribuzione dei punteggi in base ai quali verrà poi elaborata la graduatoria per l’assegnazione dei chioschi.

Il leghista Fabrizio Santori punta, in particolare, l’indice contro l’assegnazione di un massimo di 15 punti per quelle attività e progetti complementari finalizzati all’inclusione sociale e alla lotta contro ogni forma di discriminazione in particolare del tessuto sociale che ha fruito delle dune e, al contempo, destinati a valorizzare la presenza delle persone Lgbtqia+. A sostegno di questo specifico requisito nel bando viene citato l’articolo 3 della Costituzione che sancisce il diritto all’uguaglianza formale e sostanziale di tutte le persone.

Una parte dell’avviso, tuttavia, apparentemente non finalizzata alla riapertura di quelle attività presenti a Capocotta da sempre impegnate, per esempio, a fornire ristoro e accoglienza a chi pratica il naturismo. Dalla cartografia del bando è stata, infatti, depennata la parte riguardante l’oasi del naturismo (leggi qui).

Che il testo non sarebbe stato scevro di osservazioni anche critiche era apparso sin dalle fasi che ne hanno preceduto la pubblicazione (leggi qui). E c’è addirittura chi si è spinto a ipotizzare la sostanziale mancanza di legittimazione da parte del comune di Roma Capitale a emanare disposizioni legate a iniziative destinate ad assumere rilievo su una fascia costiera rispetto alla quale l’amministrazione capitolina non avrebbe alcuna competenza (leggi qui).

 

La Lega censura il vantaggio di punti dato a chi svilupperà progetti finalizzati all’inclusione delle diversità

Ma è proprio su una differente interpretazione della Carta fondamentale dello Stato che l’opposizione chiede il ritiro di un bando che, a suo giudizio, violerebbe invece l’articolo 26 della Costituzione in merito all’affermazione e alla promozione dell’istituto della famiglia fondato sul matrimonio.

Assegnare 15 punti in più per chi partecipa al bando e promette attività e progetti a favore della cultura di genere è inaccettabile -protesta il capogruppo della Lega- e resta da capire come e con quali mezzi potrebbe un gestore garantire il sostegno e il rispetto di queste scelte”.

Lo sviluppo di progetti destinati a valorizzare le diversità esistenti a livello sociale ha, in effetti, un peso specifico preponderante se si confronta con il massimo punteggio attribuibile a chi abbia già maturato esperienze pregresse nella gestione di immobili o sia in possesso di capacità professionali specifiche, voce che può essere premiata con un massimo di 10 punti.

Se vuoi approfondire questi argomenti clicca sulle parole chiave colorate in arancione all’interno di questo articolo e accedi alla banca dati di canaledieci.it.