Donna ridotta in schiavitù dal compagno. La promessa: “Avrai un lavoro se vieni con me a Roma”

Atterrata a Roma il compagno le aveva rubato il passaporto e costretta a mettersi in strada e fare accattonaggio

Foto non collegata al caso di schiavitù della donna

L’aveva illusa che partendo per l’Italia con lui, a Roma avrebbe avuto un futuro migliore, e soprattutto un lavoro per poter mandare anche aiuti economici ai suoi tre figli in Bulgaria.

Un mare di fandonie costruite ad arte da un 45enne con la finalità di convincere la sua compagna a seguirlo e mettere in atto un piano criminoso per ridurre la malcapitata in uno stato schiavitù, costringendola a subire violenze.

Atterrata a Roma il compagno le aveva rubato il passaporto e costretta a mettersi in strada e fare accattonaggio

“Vieni con me in Italia” le aveva detto, creando nella sua compagna l’illusione di una vita più serena con la gratificazione di un lavoro che le avrebbe consentito autonomia e l’invio di soldi alla famiglia.

Una bel sogno ben presto rivelatosi un incubo per la 37enne bulgara che alla fine di gennaio, si era lasciata convincere a partire e lasciare il suo paese, affidandosi alle parole del suo compagno in quella finta relazione affettiva intessuta da lui solo per approfittarsi della donna.

E’ stato così che la poveretta una volta atterrata a Roma si è ritrovata costretta da quell’uomo, trasformatosi in Mister Hyde, a mettersi in strada e fare accattonaggio e presa a botte se non fosse riuscita a “guadagnare” abbastanza denaro.

Per sfuggire al suo controllo si era rifugiata in un centro accoglienza per senza fissa dimore   

Privata del passaporto poi e trovatasi nella condizione di non poter ritornare nel suo paese dai tre figli, dopo un mese di violenze e maltrattamenti era riuscita a sfuggire al suo controllo e trovare riparo in una struttura di assistenza per senza fissa dimora.

Un modo per entrare in contatto con le Forze dell’Ordine e denunciare quanto le stava accadendo ai Carabinieri della Stazione di Roma Piazza Farnese, ai quali la donna ha riferito tutte le condotte violente del compagno, che l’avevano vista costretta a rifugiarsi nel centro di accoglienza con la paura per la propria incolumità.

L’uomo rintracciato e arrestato dai militari è stato trovato con ancora in possesso il passaporto della compagna, che nel frattempo è stata portata presso il pronto soccorso dell’ospedale “Santo Spirito” per le cure.

L’arrestato condotto nel carcere di Regina Coeli, dovrà ora rispondere dei reati di cui è gravemente indiziato, e cioè riduzione in schiavitù e maltrattamenti ai danni della compagna.