Pendolaria 2024: Roma-Lido e Roma-Nord confermate le peggiori linee d’Italia

Record negativo nei trasporti ferroviari del Lazio. Legambiente “Con i numeri Pendolaria e le clamorose differenze tra Trenitalia e Cotral, sono chiari gli scarsi investimenti regionali"

Pendolari ammassati sulla banchina della Roma-Lido

Forse non ci serviva il rapporto di Legambiente denominato “Pendolaria” per accorgerci del mancato ritorno di molti treni dopo la pandemia nel Lazio.

Pur pensando a numeri catastrofici però, non eravamo arrivati ad immaginare che il trasporto ferroviario regionale avesse addirittura raggiunto un risultato da record, ma in negativo, del meno 40% dal 2019.

Record negativo nei trasporti ferroviari del Lazio. Legambiente “Con i numeri Pendolaria e le clamorose differenze tra Trenitalia e Cotral, sono chiari gli scarsi investimenti regionali”

Se il numero dei viaggiatori su ferro diminuisce anziché salire nel Lazio, mentre aumentano gli spostamenti in auto che gravano sulla qualità dell’aria, un motivo c’è, e a documentarlo con i dati del report Pendolaria 2024 è Legambiente, che treno per treno ha passato al microscopio investimenti, e stato di salute di binari e vetture.

Quello che viene fuori è uno scenario disastroso, un declino che dopo la pandemia come un effetto a catena, non solo non si è risollevato dal punto di vista dei servizi, ma è peggiorato sul fronte della qualità della vita che viaggia strettamente a contatto con la presenza e l’efficienza dei trasporti pubblici.

Sotto accusa intanto gli investimenti in questo settore, che nel bilancio regionale e nel numeri riscontrati nel triennio analizzato, sono risultati assolutamente inadeguati con appena lo 0,04%. 

Per Roma-Lido e la Roma Nord-Viterbo confermato anche da Legambiente il premio Caronte: sono le ferrovie peggiori d’Italia

Scarsi investimenti che hanno giocoforza lasciato indietro opere necessarie come la riattivazione di tratte dismesse o il raddoppiamento dei binari, per non parlare poi dei treni, che nonostante la remise en forme, si caratterizzano ancora come disastrosi soprattutto per quanto riguarda le ferrovie ex concesse Roma Lido e Roma Nord.

Sono di fatto la Metromare ex Roma-Lido e la Roma Nord-Viterbo a tenere ancora testa tra peggiori linee d’Italia, con la conseguenza che sulle banchine delle stazioni del Lazio, da oltre 500mila pendolari dei treni regionali in attesa, i viaggiatori si sono ridotti a 350mila numeri nettamente inferiori a tutto il resto d’Italia che dopo il Covid sta tornando ai numeri pre-pandemici.

Divario tra vetture Trenitalia e ferrovie ex concesse con oltre 32 anni di servizio

Secondo la carta d’identità dei treni, sarebbe l’età media dei convogli la pietra dello scandalo di questo tracollo analizzato da Legambiente, con una flotta più di due anni rispetto alla media nazionale ma che soprattutto nei depositi ha esemplari di vetture con oltre 32 anni di servizio.

Di quali si tratta è presto detto, e cioè degli oltre 500 vetture Atac Cotral nell’offerta totale di treni regionali che sono oltre 1500, in cui a salvare leggermente la situazione ci sono le oltre 900 vetture di Trenitalia, tra le più nuove d’Italia con soli 13 anni di età media.

“Un divario che mostra conseguenze soprattutto sulla Roma-Lido e Roma Nord-Viterbo che anche quest’anno sono in assoluto tra le peggiori linee d’Italia: dopo anni e anni di inqualificabile peggioramento del servizio, si è arrivati al disastro totale sulle cosiddette ex-concesse che in questi ultimi mesi avrebbero dovuto cambiare volto con i passaggi di gestione da Atac a Cotral”.

“Con i numeri di Pendolaria e le differenze clamorose tra Trenitalia e Cotral, sono chiarissimi gli scarsi investimenti regionali” ha commentato Roberto Scacchi presidente di Legambiente Lazio.

Insomma con oltre 1500 vetture al giorno che rendono il Lazio la seconda regione per offerta totale di treni, ci sono ancora ex Roma Lido e Roma Nord a “mezzo” servizio, e frequenze di passaggio dalla Capitale verso città come Tivoli, Nettuno e i Castelli Romani, totalmente inadeguate.

Da tempo poi i cittadini di Fiumicino Città, Terracina e tra Orte e Civitavecchia, attendono che qualcosa si muova per la riattivazione dei tratti ferroviari dismessi, in territori che si sentono abbandonati e spingono a riprendere la macchina per disperazione, per arrivare piano ma con certezza a scuola e al lavoro, facendo un balzo enorme all’indietro sul fronte della mobilità sostenibile.

“Se poi l’investimento regionale per le ferrovie è irrisorio, del tutto  sparito – aggiunge Sacchi – è anche quello enorme stanziato inizialmente da PNRR con i tagli arrivati da un Ministero dei Trasporti che lascia all’asciutto due progetti strategici come la linea veloce Roma-Pescara e soprattutto l’Anello Ferroviario, ma continua a puntare su strade e autostrade come la Roma-Latina e la bretella Cisterna-Valmontone, con scelte del tutto opposte a quelle per migliorare ambiente e qualità della vita nel Lazio”.

L’importanza di aprire nuove stazioni 

Con Pendolaria inevitabili sono le riflessioni su progetti per l’apertura di stazioni ancora in stallo come ad esempio il cantiere del ‘nodo Pigneto’ dove è prevista la realizzazione della nuova stazione di interscambio tra ferrovie regionali e metro C completamente interrata e il miglioramento dello spazio urbano sovrastante.

E ci sono poi i “Piani di assetto” di Tiburtina, Tuscolana, Trastevere e Ostiense, diventati quasi una leggenda metropolitana: “Da decenni se ne parla ma non se ne ha alcuna notizia seria – sottolinea Amedeo Trolese, responsabile per la mobilità di Legambiente Lazio -. altrettanto dicasi per l’apertura di due stazioni Selinunte e Statuario; del Piano Regolatore generale ferroviario di Roma Casilina; della fermata Zama e del collegamento tra la Stazione Tuscolana e la fermata Ponte Lungo della Metro A; così come per la fermata Massimina sulla linea per Civitavecchia. Infine va menzionata la riqualificazione della stazione di Torricola vera e propria porta dell’Appia Antica”.

Le tratte da riattivare 

Tante anche la tratte da riattivare come ad esempio la Priverno-Terracina e Orte-Capranica-Civitavecchia; quella della Parco Leonardo Fiumicino Città, per ridare un treno alla maggior città italiana senza stazione; ma anche la riattivazione della FL2 Roma-Tivoli, che porterebbe gli attuali 30/60 minuti a 15 minuti con i lavori previsti per l’alta velocità Roma-Pescara.

Ad aspettare un taglio del nastro cantieri poi anche la FL4 Roma-Castelli e la FL8 Roma-Nettuno che comporterebbe un passaggio da 60 minuti di percorrenza a 15 minuti grazie a un quadruplicamento della tratta Capannelle-Ciampino.

Quasi un’utopia infine ma che pretende un impegno serio, è la trasformazione in metropolitane di Roma Nord e Roma Lido. “Non deve rappresentare solo un cambio di nome ma un aumento straordinario di servizio per le tratte pendolari potenzialmente più frequentate d’Italia. Insomma, più apriamo stazioni nel territorio e più gli utenti si avvicineranno o riavvicineranno al trasporto su ferro, con un conseguente miglioramento della qualità della vita per tutti” – conclude Trolese.