Teatro di Roma, Rocca al contrattacco: “Il nuovo direttore resti lì”

Rocca interviene sulla nomina del nuovo direttore del Teatro dell'Opera: "Resti lì"

Luca De Fusco

Il governatore del Lazio Francesco Rocca entra a gamba tesa sulla bagarre politica scoppiata intorno alla nomina del nuovo direttore generale del Teatro di Roma, il regista teatrale Luca De Fusco, sgradito al Comune.Il bando è stato rispettato. De Fusco resta a suo posto. Semmai dovrà dimettersi qualcun altro”, suggerisce.

Rocca interviene sulla nomina del nuovo direttore del Teatro dell’Opera: “Resti lì”

La verità è che qui ci sono uno statuto della fondazione e dei criteri del bando nella selezione per il manager che sono stati rispettati – ha fatto sapere Rocca – . E le regole in democrazia si rispettano. Il resto è ribaltare la realtà. Credo che a dimettersi debba il presidente Francesco Siciliano: ha provato a rimandare il cda, sapendo di essere in minoranza”.

Rocca ha anche contestato le argomentazioni con le quali l’assessore capitolino alla Cultura, Miguel Gotor, ha polemizzato sulle modalità con cui è avvenuta la nomina accusando il centrodestra di voler “occupare” spazi in barba alle regole: “Io non capisco la posizione del Comune: il bando l’ha scritto l’assessore alla Cultura Gotor, che ha fissato i criteri”.

“La selezione corretta”

È stata fatta una selezione da parte di una commissione indipendente che ha portato alla scrematura di tre candidati. Di più, l’unico che ha diretto un maggior numero di teatri è stato proprio De Fusco. Quindi non capisco dove e quale sarebbe questa volontà di occupare poltrone”.

Poi l’affondo indirizzato al Partito Democratici: “La verità è che sulla cultura la sinistra si sente padrona di occupare tutti gli spazi“.

Sull’occupazione di poltrone il governatore del Lazio ha aggiunto: “Con le loro uscite, gli esponenti del centrosinistra dimostrano il contrario di quello che predicano: sono loro che vogliono imporre alla politica un ruolo che non ha”.

Il Campidoglio, sindaco in primis, sono decisi a impugnare la decisione, mentre i dem mobilitano appelli e sit-in.

Ieri, domenica 21 gennaio, alcune centinaia di persone, tra cui attori e artisti, si sono radunati in presidio davanti al Teatro Argentina.

Nella bagarre politica si sono lanciati anche i Cinquestelle.

L’ex sindaca Raggi: “Il bue che dice cornuto all’asino”

Il giochino delle poltrone non ci appassiona, tuttavia ‘piazzare persone’ come fossero pedine non è pratica nuova ne’ per la destra ne’ per la sinistra che oggi grida allo scandalo”, è intervenuta a nome dei grillini l’ex sindaca Virginia Raggi.

“Del resto – ha aggiunto – erano tutti presenti quando hanno esaminato 42 curriculma vitae in appena 2 ore e già da allora si poteva intuire come la competenza non fosse proprio l’elemento cardine del ragionamento.

Peccato per l’occasione persa per i Teatri di Roma e per questa brutta prova di tutte le Istituzioni“.

La posizione di Fratelli d’Italia

Il capogruppo della Lega in Campidoglio Fabrizio Santori da parte sua conferma la nomina politica: “La sinistra pretende di piazzare i suoi adepti ovunque, e se invece il centrodestra, al governo del Paese e della Regione Lazio, fa una nomina, mette in campo, in coro con il sindaco Gualtieri, polveroni e proteste che smentiscono qualsiasi presunzione di intelligenza e di cultura, negando la stessa democrazia. Un atteggiamento vergognoso e inaccettabile”.

Gualtieri resta irremovibile

“La Fondazione Teatro di Roma è un patrimonio della città, sostenuta finanziariamente quasi totalmente dal Campidoglio, e non possiamo in alcun modo accettare che le scelte più importanti, a partire dalla nomina del suo Direttore, vengano assunte con la forza, imponendo nomi e strategie dai soli consiglieri nominati da Governo e Regione Lazio”, aveva tuonato il sindaco di Roma subito dopo la nomina.

De Fusco va avanti

Bisogna lavorare in concordia e recuperare un’armonia – ha detto da parte sua il neo direttore del Teatro dell’Opera De Fusco –  Nella mia carriera ho cercato sempre di mantenere il massimo equilibrio, ovviamente non si può fare il Teatro di Roma senza il Comune di Roma, al di là delle questioni economiche intendo come fatto morale e civile”.

“Francamente non credo si possa mai aver trovato nei miei cartelloni un orientamento politico di qualche tipo. Non bisogna mai essere il teatro solo di un pezzo di una comunità ma un teatro di tutta la comunità, su questa linea io sono a disposizione”, ha aggiunto.