Roma, documenti segreti in cambio di soldi: Walter Biot condannato a 20 anni per spionaggio

L'ufficiale era stato arrestato mentre consegnava documenti segreti a un funzionario russo

Ad arrestare l'ufficiale i carabinieri del Ros

I giudici della Corte d’Assise di Roma hanno condannato a 20 anni di carcere Walter Biot, il capitano di fregata arrestato in flagranza nel marzo 2021 a Spinaceto con l’accusa di spionaggio per aver passato documenti segreti a un funzionario russo in cambio di 5 mila euro.

L’ufficiale era stato arrestato mentre consegnava documenti segreti a un funzionario russo

Biot era stato arrestato dai carabinieri dei Ros a qualche chilometro dopo aver caricato da un parcheggio di un centro commerciale di Spinaceto un russo: i documenti segreti erano stati immagazzinati sulla sim di un telefono.

Pochi giorni fa, a termine di una lunga requisitoria, il pm Gianfederica Dito aveva chiesto per l’ufficiale della Marina la pena di 18 anni di reclusione.

Nel processo – che si è celebrato in corte d’Assise e a porte chiuse -, la pubblica accusa, contestava a Biot le accuse di spionaggio, rivelazione di notizie che per la sicurezza nazionale dovevano rimanere segrete e corruzione.

Parti civili, in questo procedimento, tra gli altri, Presidenza del Consiglio dei Ministri e Ministero della Difesa che ora dovranno essere risarciti.
In primo grado, il 9 marzo scorso, il tribunale militare della Capitale aveva già condannato Biot a 30 anni di reclusione. L’accusa aveva chiesto l’ergastolo.

Il capitano di fregata, detenuto nel carcere militare di Santa Maria Capua Vetere, sta affrontando anche il processo militare di appello.

I documenti segreti

L’ufficiale si sarebbe procurato notizie che, nell’interesse della sicurezza dello Stato, dovevano rimanere segrete, per poi passarle in cambio di 5mila euro al funzionario russo Dmitry O., fermato con l’ufficiale e poi scarcerato.

Documenti consegnati, secondo l’accusa, tramite foto captate con uno smartphone dedicato.

Tra i 19 documenti recuperati e che Biot avrebbe fotografato ce ne sarebbero alcuni, della Nato, riservati e uno top secret, aveva evidenziato il pm titolare dell’inchiesta durante la requisitoria.

Secondo quanto ricostruito, i documenti in questione riguardavano anche la lotta al terrorismo internazionale, mentre altri mostravano potenziali “debolezze” della Nato.

Biot fino al 2010 aveva lavorato sulle navi della Marina Militare, poi era stato assegnato nell’Ufficio stampa della Difesa e infine dello Stato Maggiore dove avrebbe carpito i documenti da consegnare ai russi.