Bimbo morto a Casal Palocco, lo youtuber chiede di patteggiare a 4 anni

Lo youtuber Matteo Di Pietro punta a patteggiare la pena. L'ultima parola al gip

Chiede di patteggiare una pena di 4 anni di carcere Matteo Di Pietro, il ventenne, legato al collettivo youtuber dei Theborderline, che il 14 giugno alla guida del suv Lamborghini, durante una sfida social, si scontrò a Casal Palocco con una Smart causando la morte del piccolo Manuel Proietti, 5 anni, e ferendone la mamma alla guida e la sorellina accanto a lui.

Lo youtuber Matteo Di Pietro punta a patteggiare la pena. L’ultima parola al gip

Il giovane chiedendo il giudizio col rito alternativo punta così a uno sconto della pena. La Procura, in base a quanto si apprende, avrebbe dato parere favorevole al patteggiamento e ora il gup, il giudice per l’udienza preliminare, dovrà valutare l’ “accordo”  e fissare una udienza.

Non è scontato, però, che il giudice accolga il patteggiamento: potrebbe valutare la pena troppo bassa, non consona.

C’è un precedente abbastanza recente a piazzale Clodio. Ad aprile un gup ha rifiutato il consenso al patteggiamento richiesto da un 43enne che ubriaco e a folle velocità travolse con la sua Mercedes l’auto di un 20enne di Fiumicino, Aldo Abbrugiati, uccidendolo.

Processato con un altro rito alternativo, l’abbreviato, era stato poi condannato a 6 anni di carcere.

Le contestazioni

Per lo youtuber protagonista del drammatico incidente a Casal Palocco la procura di Roma ha di recente chiesto e ottenuto il giudizio immediato contestando le accuse di omicidio stradale aggravato e lesioni.

Nel capo di imputazione si accusa il venetenne di aver causato la morte del piccolo “per colpa consistita in negligenza, imprudenza ed imperizia” e “inosservanza delle norme sulla circolazione stradale avendo tenuto una velocità eccessiva (di circa 120 Km/h) su via Di Macchia Saponara in rapporto al limite imposto (50 km/h)”.

Il conducente nel corso dell’interrogatorio di garanzia, subito dopo il fermo, avrebbe dichiarato che procedeva a 65 km l’ora mentre il gps istallato sul suv Lamborghini  avrebbe segnato poco prima 124 km l’ora.

E’, comunque, inoppugnabile che il limite di velocità segnalato su via di Macchia Saponara, dove è avvenuto il tragico impatto, è di 30 km l’ora. E un altro dato incontestabile è che la Smart ForFour guidata dalla mamma di Manuel, impegnata nella svolta a sinistra, è stata trascinata per quasi 22 metri dal punto dell’impatto con la Urus Lamborghini, un’auto potente presa a noleggio.

L’assenza di frenata

Dalla stessa ordinanza con cui il gip di Roma aveva disposto i domiciliari per il ventenne era emerso che “la velocità eccessiva della Lamborghini e la violenza dell’impatto contro la Smart sono avvalorate dall’assenza di tracce di frenata prima dello stesso, e dalla presenza invece di segni di scarrocciamento dopo la collisione, impresse dalla Smart per metri 21,70″.

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