Incidente di Casal Palocco, lo psichiatra: “La ricerca dei like induce a rischi sempre più estremi”

Analisi dello psichiatra forense Enrico Zanalda sui social che possono aver condizionato l’incidente nel quale è morto il bambino di 5 anni

La ricerca di like e visualizzazioni sui social induce i giovani ad affrontare rischi sempre più estremi. E’ la sintesi del ragionamento di Enrico Zanalda, presidente della Società italiana di Psichiatria forense, in merito all’incidente di Casal Palocco che ha causato la morte di un bambino di 5 anni (leggi qui).

Analisi dello psichiatra forense Enrico Zanalda sui social che possono aver condizionato l’incidente nel quale è morto il bambino di 5 anni

La circostanza che ad essere coinvolti e, nel caso del conducente del suv Lamborghini, siano stati dei youtuber (leggi qui) impegnati in una challenge social, ha indotto Zanalda a fornire una valutazione della vicenda e, più in generale, del condizionamento che youtube, instagram, tik tok esercitano sui giovani. “Da molti ragazzi, specie se in gruppo – avverte lo psichiatra forense – la vita viene presa come un gioco nel quale si ricercano attenzione e gratificazioni. L’utilizzo dei social media per documentare comportamenti rischiosi può avere proprio questo scopo. Alcuni soggetti sono motivati a condividere contenuti sensazionalistici per ottenere visualizzazioni, like, commenti e condivisioni. Questa ricerca di gratificazione può portare a comportamenti sempre più estremi o pericolosi per mantenere l’interesse e l’attenzione”.

Analizzando le dinamiche di gruppo, qual è limite di un gioco? “Il limite di un gioco si pone quando le azioni intraprese vanno oltre il confine della sicurezza e dell’incolumità propria e altrui – risponde Zanalda – Da sempre i giovani commettono delle imprudenze e si mettono in situazioni rischiose per la propria e l’altrui incolumità. Questa vicenda dei youtubers, si parla anche di tracce di cannabis, ha determinato delle reazioni emotive importanti soprattutto nelle persone con un età superiore ai 40 anni. Il fatto che oggi lo facciano filmandosi rende tutto più drammatico, choccante e per certi versi più esecrabile quando l’esito è quello della morte di innocenti”.

Esiste un modo per rendere consapevoli i ragazzi dei possibili danni? “L’uso di droghe o le corse spericolate in auto già viste e riviste sui social (leggi qui), si confondono con la realtà della vita e inducono i ragazzi ad aumentare il livello di rischio favorendo purtroppo incidenti anche mortali. Sarebbe opportuno postare anche gli esiti funesti di queste ‘bravate’ in modo che almeno rendano più consapevoli del rischio mortale questi ragazzi”, conclude lo psichiatra forense.