Rogo a Tivoli, prima dell’allarme avvertiti degli scoppi

Per il rogo di Tivoli nel mirino della procura i rifiuti accatastati in un deposito all'aperto: c'erano pure liquidi infiammabili

Il punto di innesco nel deposito di Tivoli
I rifiuti da dove sarebbe partito il rogo -canaledieci.it

Bombole di ossigeno e liquidi infiammabili tra l’ammasso di rifiuti sotto le finestre del reparto di radiologia. Il rogo divampato la notte dell’Immacolata all’ospedale di Tivoli, che ha causato la morte di 3 anziani ricoverati e l’evacuazione di 193 persone tra malati e personale, sarebbe – come anticipato da Canaledieci.it la stessa notte dell’incendio – riconducibile alla superficialità con cui sono stati accatastati i rifiuti ospedalieri, alcuni anche altamente infiammabili.

Per il rogo di Tivoli nel mirino della procura i rifiuti accatastati in un deposito all’aperto: c’erano pure liquidi infiammabili

Potrebbero essere proprio delle bombole di ossigeno esplose a provocare nei primi momenti dell’incendio degli scoppi, dei forti rimbombi avvertiti in particolare dai palazzi vicino all’ospedale.

Sono le 22.43 dell’8 dicembre. Da quel momento Tivoli cambia pagina.

Si sentono quegli scoppi, si alzano le fiamme dal deposito sotto all’ospedale, il rogo brucia due piani mentre il fumo tossico si incanala in altri cinque, i reparti finiscono al buio tra fiamme e fuoco, in alcune vie della città scatta il black out.

In via Empolitana la corrente è saltata più volte per alcuni minuti. Non sapevamo ancora la gravità di quanto stesse succedendo”, racconta un abitante.

L’inchiesta della Procura di Tivoli ora punta proprio in primis a individuare i responsabili della catena di negligenze che avrebbero scatenato il rogo e, poi, i responsabili del piano di emergenza che avrebbe dovuto impedire il propagarsi del fumo nelle stanze.

L’altro punto cruciale dell’inchiesta è accertare perché il sistema antincendio non ha funzionato, così come a quanto pare il generatore di corrente, dopo che è saltato l’impianto di energia elettrica.

Nel deposito dei farmaci scaduti e delle piccole attrezzature ospedaliere da smaltire, tuttora piantonato da polizia e carabinieri, i vigili del fuoco hanno trovato anche tracce di un liquido accelerante e, a quanto pare, una catasta di rifiuti più abbondante del solito vista la coincidenza della festività dell’Immacolata.

L’inchiesta

Resta da chiarire quale sia stato l’innesco che ha scatenato il rogo e perché quel liquido accelerante stesse lì fuori dal casotto del deposito. Per ora gli inquirenti escludono che ci sia del dolo: le telecamere di sorveglianza puntate proprio sul deposito escluderebbero la presenza di persone.

Al palazzo di giustizia di Tivoli si procede così per omicidio colposo plurimo e incendio colposo.

Il fascicolo al momento è ancora contro ignoti. Ma forse già da oggi potrebbero esserci le prime iscrizioni nel registro degli indagati.

Nel mirino ci sono i responsabili della sicurezza, i vertici dell’Asl Roma 5 e quelli ospedalieri.

Le autopsie

Oggi, 11 dicembre, saranno affidati gli incarichi medico-legali per eseguire le autopsie sulle vittime: tutte e tre erano allettate. Bisognerà accertare se a causarne la morte siano state le esalazioni di fumo. Per questo il procuratore capo Francesco Menditto ha nominato nel collegio dei consulenti anche un tossicologo.

Da questa mattina intanto è stato attivato nella palestra il Posto di Primo Intervento, una sorta di pronto soccorso da campo per far fronte alle emergenze. Con la chiusura dell’ospedale di Tivoli 76 Comuni sono rimasti senza un presidio ospedaliero di secondo livello. Ieri la protezione civile ha allestito una tensostruttura dove potranno trovare riparo i familiari diretti al “pronto soccorso”.

Intanto il personale del polo ospedaliero ormai chiuso è stato smistato negli altri ospedali della Asl Roma 5. Il piano di intervento della Regione Lazio ha smistato tutti i servizi dei vari reparti compreso oncologia: eccoli nel dettaglio. Resta inattivo solo l’ostetricia.

Senza ospedale

Impossibile per ora prevedere i tempi per la riapertura dell’ospedale ora in parte sotto sequestro e in parte inagibile.

Come non è possibile prevedere i tempi di costruzione del nuovo ospedale, il Not (il nuovo ospedale tiburtino) per la cui realizzazione a Tivoli Terme, sulla via Tiburtina, sono stati stanziati dalla Regione Lazio nei mesi scorsi 200milioni di euro.