Incendio a Tivoli, 76 Comuni senza ospedale. Come verranno smistati i servizi

Dopo la chiusura dell'ospedale di Tivoli la Regione Lazio attiva il piano di emergenza: i reparti dislocati e quelli chiusi

L'ospedale di Tivoli sotto sigilli

Occorreranno dei tempi giudiziari, e poi quelli progettuali e infine di ristrutturazione. Sono i tre motivi per cui i tempi di riapertura dell’ospedale di Tivoli si prevedono lunghi. Dopo l’incendio della notte dell’Immacolata che ha semidistrutto un’ala dell’ospedale e fatto contare tre morti 76 Comuni restano così senza un punto di riferimento per gli esami ma soprattutto per le emergenze più gravi.

Dopo la chiusura dell’ospedale di Tivoli la Regione Lazio attiva il piano di emergenza: i reparti dislocati e quelli chiusi

Sono 450mila ora gli abitanti dell’area senza un presidio ospedaliero di secondo livello.

I tempi di riapertura saranno lunghi”. Lo ha sottolineato ieri anche il procuratore capo di Tivoli Francesco Menditto, durante l’incontro con la stampa per fare un punto sul rogo. “C’è una parte dell’ospedale sequestrata e una inagibile perché ancora invasa dal fumo. Poi, per quanto ci riguarda, ci saranno i tempi tecnici per gli accertamenti” .

Salta il pronto soccorso, il centro analisi, gli interventi programmati, i parti, la terapia intensiva e il reparto neonatale, un punto di ricovero per oltre 200 pazienti. La Regione Lazio, in alternativa, ha attivato un piano di emergenza.

Per non allungare i tempi di attesa le prestazioni chirurgiche saranno recuperate a Colleferro, Palestrina, Subiaco e Monterotondo. Sempre Colleferro si occuperà do otorino e urologia. Palestrina dovrà occuparsi anche di ortopedia, pediatria e ginecologia.

L’endoscopia verrà trasferita in blocco nella Casa della Salute di Palombara.

Oculistica, fiore all’occhiello dell’ospedale di Tivoli, sarà smembrata tra l’Angelucci Subiaco e il Santissimo Gonfalone di Monterotondo. Diabetologia sarà suddivisa a Palombara, Guidonia e Subiaco.

Per le dialisi, altra emergenza, si punterà su Palestrina, Colleferro e Subiaco così come la cardiologia (con l’aggiunta di Monterotondo). A Colleferro anche gli ambulatori di oncologia e l’attività in day hospital.

Ogni paziente sarà richiamato per le visite e gli interventi programmati.

L’attività ostetrica sarà dirottata verso ospedali di altre Asl. Le attività anestesiologiche e relativo personale rafforzeranno gli altri ospedali della Asl.

Un punto di primo intervento

A Tivoli, invece, sarà allestito un punto di primo intervento presso la palestra Maramotti, lo stesso stabile dove sono stati trasferiti una parte dei 190 ricoverati evacuati la notte del rogo. Verrà aperto entro domani, lunedì 11 dicembre, alle ore 8, con l’utilizzo di tutta l’attrezzatura occorrente, prelevata dalla protezione civile e dai vigili del fuoco dai reparti del vicino San Giovanni.

Per Emodinamica bisognerà rivolgersi a Roma, Umberto I e San Giovanni. Una volta messe in salvo dei carabinieri le 300 sacche di sangue che costituiscono le riserve ematiche di tutto il bacino sono state dirottate verso il San Filippo Neri con mezzi specializzati.