Trevignano, torna il DocStories Festival: storie vere dal mondo

Il Festival propone in 4 giorni 10 documentari e 4 cortometraggi: storie da tutto il mondo

Le immagini, il dolore e la speranza di abbattere qualsiasi confine. “Trevignano DocStories Festival”, la rassegna internazionale di documentari che racconta storie umane dal mondo, torna dal 2 al 5 novembre 2023 sulle rive del lago di Bracciano.

Il Festival propone in 4 giorni 10 documentari e 4 cortometraggi: storie da tutto il mondo

La manifestazione si terrà per 4 giorni al cinema Palma, a Trevignano Romano, e sarà dedicata al tema “Confini. Storie di umanità interrotta”, un viaggio narrativo sul moltiplicarsi delle barriere e delle frontiere, che fagocitano vite umane, trasformandole in esistenze intrappolate da chiusure e recinzioni, sentimenti di odio e razzismo.

L’offerta di questa seconda edizione (dopo l’anteprima di luglio con “Midnight Traveler”, del regista afghano Hassan Fazili) è ampia: 10 documentari e 6 cortometraggi girati da registi internazionali e giornalisti scesi in campo per raccontare la storia del proprio Paese e spaccati di vita quotidiana, che accompagnano lo spettatore ora in Messico, con “Llevate mes amores”, di Arturo Gonzales Villasenor, dove dal 1995 un gruppo di donne prepara pasti caldi per i migranti in viaggio verso gli Stati Uniti, ora in Cisgiordania, della quale il regista Georgi Lazareski, in “This Way Up”, mostra la drammatica condizione degli anziani ospiti di una casa di riposo, isolati per la costruzione di un muro di sicurezza da parte degli israeliani.

E ancora, ecco il Marocco di “Hamada”, del regista Eloy Dominguez Seren, che racconta la tragedia dei Sahrawi cacciati dalla loro patria, circondati da campi minati, rinchiusi in campi profughi e isolati dal mondo, e la Palestina di “Five Broken Cameras” di Edmad Burnat e Guy Davidi, vista attraverso gli occhi di Emad, contadino-regista, che compra una telecamera per filmare il figlio appena nato, ma finisce per diventare testimone scomodo di violenze e tumulti nella sua comunità.

Documentari protagonisti

Due anni dopo il suo esordio, il Trevignano DocStories Festival riapre i battenti – fa sapere il comitato organizzatore – ancora film documentari, storie di uomini e donne in lotta per cambiare la loro vita e il mondo, ma è diverso il contesto: la scorsa edizione si parlava di natura e umani, e si raccontavano storie di rapina e di resilienza”.

“Quest’anno il tema è i confini, e si racconteranno storie di umanità interrotta, perché le barriere, le recinzioni, i muri interrompono sempre il flusso della vita, e non creano affatto più sicurezza, ma nuove interminabili tragedie, come purtroppo sta avvenendo in Palestina in questi giorni”.

I registi

A Festival saranno presenti i registi di alcuni dei documentari nel cartellone: Els Van Driel, una delle registe di Shadow Game, che interverrà con SK Nasiri, protagonista del film, rifugiato afghano, poi divenuto attivista per i diritti dei migranti in Europa; Georgi Lazarevski, regista “This Way Up “ e Gabriele del Grande (Italia), co- regista di “Io sto con la sposa”, che presenterà il suo ultimo libro “Il secolo mobile”;

Gli ospiti in video-collegamento saranno: Arturo Gonzalez Villaseñor (regista di “Las Patronas”, Messico); Holly Morris (regista Exposure, Usa); Eloy Dominguez Seren (regista “Hamada”, Spagna); Hassan Fazili (regista di “Midnight Traveler”, Afghanistan).

L’installazione

L’insensatezza delle barriere, nel grande evento che per 4 giorni porrà Trevignano Romano al centro della battaglia culturale e politica per l’inclusione e lo scambio tra i popoli, sarà rappresentata nel “Naufragio”, un’installazione che rievoca le tante tragedie del Mediterraneo e farà parte di una mostra allestita in una strada del centro storico. “Non sono solo linee tracciate dall’essere umano – spiegano Pippo Cappellano, Juliane Biasi e Marina Cappabianca – ma talvolta spazi apparentemente aperti.

Il Comitato organizzatore è composto dai registi documentaristi Lorenzo Hendel, Juliane Biasi Hendel, Paolo Bravi, Pippo Cappellano, Marina Cappabianca, Marco Leopardi, Milagros Merino, Francesco Palma e Daniele Blundo.

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