Tassi di sovraffollamento carceri del Lazio al 140%. Oltre 1000 detenuti in più: l’allarme dei Sindacati

Tassi di sovraffollamento dei detenuti giganteschi in metà dei 14 istituti di pena della Regione Lazio, con il personale delle carceri in grave disagio

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Il carcere di Regina Coeli

La gravità della situazione di sovraffollamento devastante nelle carceri è cosa sempre più attuale e grave, con la denuncia dei Sindacati di Settore che lamentano di continuo la pericolosità da parte del personale penitenziario nel dover affrontare una situazione dove nelle sole carceri del Lazio ci sono 1.044 detenuti in soprannumero rispetto alla capienza legalmente prevista.

Tassi di sovraffollamento dei detenuti giganteschi in metà dei 14 istituti di pena della Regione Lazio, con il personale delle carceri in grave disagio

In particolare, nelle 14 prigioni della Regione Lazio, in base agli ultimi dati recentemente pubblicato lo scorso 30 settembre dal ministero della Giustizia, rispetto a una capienza regolamentare di 5337 detenuti ce ne sono 6381 totali.

Questa situazione ovviamente mette a repentaglio la sicurezza stessa dei cittadini, con il rischio costante di violenze dentro le carceri e di fughe, come accaduto qualche mese fa in una prigione della Regione Lazio.

In particolare, analizzando gli ultimi dati ufficiali sul sovraffollamento delle prigioni regionali, circa la metà dei penitenziari è in situazione di grave pericolo derivante da tassi di affollamento superiori, in 7 casi su 14, al 140%: Latina, Civitavecchia, Roma Regina Coeli, Velletri, Cassino e Rebibbia sono sempre più strapiene di prigionieri e questo facilita lo svolgersi di traffici loschi e aggressioni al personale della polizia penitenziaria.

Uno dei principali Sindacati a difesa dei dipendenti che lavorano nelle carceri, il FNS Cisl Lazio, insieme alle altre rappresentanza sindacali regionale  aveva inviato in data 20 giugno scorso, al Presidente della regione Lazio Rocca, dove da anni si sottolineavano le pesanti criticità e i disagi vissuti dal personale delle carceri del Lazio non ultime quelle legate alla gestione di detenuti con problemi psichiatrici chiedendo  una apposita convocazione urgente, per ora senza successo.

Due giorni fa, giovedì 5 ottobre, è stato proposto a Roma al Ministero della Giustizia, dai Sindacati, un nuovo accordo quadro per migliorare lo stato del Personale non dirigente del Corpo di  Polizia penitenziaria, sostanzialmente il Contratto Integrativo Nazionale della  Polizia penitenziaria, uno strumento in più per migliorare le  condizioni di lavoro del Personale penitenziario.

Da molto tempo, ovvero da dopo il rinnovo del Contratto Nazionale delle Forze di Polizia del  23 dicembre 2021 mancava questo importante accordo,che sostituisce il precedente in vigore da ben  19 anni, risalendo proprio al lontano 2004.

Si tratta di un documento che, secondo i rappresentanti sindacali, tutela maggiormente i lavoratori nelle carceri: “Il nuovo accordo rappresenta il più importante strumento che accompagnerà nel complesso e  responsabile compito i nostri rappresentanti sindacali nel tutelare i diritti soggettivi e collettivi di colleghe e colleghi dei baschi azzurri”.

Nel Nuovo accordo quadro nazionale, rammentano i Sindacati, “Ci sono importanti novità, come ad esempio maggiori spazi di  partecipazione e trasparenza nelle scelte e nella attività di  verifica, controllo ed efficacia degli Accordi, che implica un senso  di responsabilità ed impegno di tutti gli attori coinvolti  nell’applicazione, a livello centrale, regionale e periferico con la  contrattazione che diventa ancor più centrale nel quotidiano dei  servizi”.

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