Monterotondo, sente arrivare i ladri e chiama il poliziotto che abita nel suo palazzo: georgiani arrestati

Un vicino di casa ha sentito i ladri georgiani arrivare per le scale a piedi scalzi e ha allertato un poliziotto che abita nel suo stesso palazzo

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A Monterotondo, ad est della Capitale, un ladro georgiano è stato arrestato grazie al decisivo supporto di un condomino molto attento che ha portato in carcere il 35enne ed un suo complice e connazionale di 32, dopo aver sentito rumori strani che avevano messo in allarme il cittadino.

Un vicino di casa ha sentito i ladri georgiani arrivare per le scale a piedi scalzi e ha allertato un poliziotto che abita nel suo stesso palazzo

I fatti risalgono a ieri, 29 agosto, quando nell’ultimo martedì di agosto, quando era quasi arrivata la mezzanotte, l’uomo, in casa sua, è arrivato allo spioncino della sua porta, allertato da rumori strani e sospetti: il condomino ha notato una persona, proprio il ladro georgiano ora indagato in concorso per furto aggravato, arrivare a piedi scalzi per le scale, tentando di avvicinarsi alla porta di un appartamento.

A quel punto il cittadino ha chiamato un poliziotto della squadra mobile che, guarda caso, abitava proprio nel suo stesso palazzo e quindi per il georgiano non c’è stato nulla da fare: il poliziotto allertato dal vicino di casa ha chiamato i rinforzi al 112 e poi a sua volta si è messo a piantonare alcune uscite per impedire la fuga del ladro prima dell’arrivo dei colleghi.

Ecco che dopo qualche minuto sono arrivati gli operanti e, anche grazie al supporto del loro collega che abitava nel palazzo, sono stati identificati proprio dal poliziotto che viveva nello stabile.

Vistisi scoperti prima hanno tentato di giustificarsi, buttando alcuni arnesi da scasso che avevano con loro, poi hanno cercato di scappare, ma a quel punto sono stati arrestati e per terra erano presenti orologi, preziosi e soldi tutto frutto di un precedente furto fatto in una casa che si trovava all’ultimo piano del palazzo. oltre a vari arnesi da scasso.

Identificati, per entrambi l’accusa è stata identica, furto aggravato in concorso e sono stati portati in carcere, mentre tutta la refurtiva è stata confiscata e riconsegnata ai legittimi proprietari.

Come sempre ricordiamo ai nostri lettori che tutti gli indagati vanno considerati come presunti innocenti in attesa della celebrazione del processo dove eventualmente si formeranno le prove, e l’innocenza resta fino all’emissione di una definitiva sentenza di condanna irrevocabile.