Metromare, i pendolari: “Le nostre richieste ignorate dal sindaco”

Tra petizioni con migliaia di firme e continue sollecitazioni di incontri il sindaco di Roma continua a dribblare i pendolari del Comitato Roma Ostia

Metromare - Immagine di repertorio Canaledieci.it
Metromare - Immagine di repertorio

Non sono bastate petizioni raccolte dai pendolari e accompagnate da decine di migliaia di firme e neppure continue richieste di incontro ai massimi livelli istituzionali. Il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, sembra proprio non volerne sapere nulla dei problemi cronici che affliggono la Metromare. E lo stesso atteggiamento pilatesco, secondo i rappresentanti del Comitato della Roma Ostia, lo avrebbe manifestato anche l’assessore alla mobilità, Eugenio Patanè addirittura capace di negare di aver mai ricevuto richieste di incontro da parte dell’organismo di rappresentanza, attivo ormai da dodici anni sul fronte caldo dei disservizi del famigerato trenino di collegamento con il litorale romano.

Tra petizioni con migliaia di firme e continue sollecitazioni di incontri il sindaco di Roma continua a dribblare i pendolari del Comitato Roma Ostia

23mila firme poste in calce a un documento indirizzato al primo cittadino della Capitale ma irrimediabilmente cadute nel vuoto. In una lettera circostanziata il Comitato pendolari, di cui fanno parte persone residenti nel X ma anche nel IX municipio, stigmatizzano il silenzio e la mancanza di interventi sui problemi che affliggono la Metromare, anche perché Atac continua a mantenere un piede nella gestione della struttura, essendo uscita, solo parzialmente, dal ruolo di management della struttura il 1° luglio dello scorso anno, 2022.

Nonostante la volontà di dialogo e la disponibilità a farsi parte attiva nell’individuazione di soluzioni utili ad attenuare le gravi difficoltà che affliggono il servizio, gli esponenti del Comitato si sentono “presi in giro” dall’atteggiamento ambiguo del Comune di Roma Capitale.

Nei mesi corsi non sono mancati incontri personali con i massimi esponenti dell’assemblea capitolina tra cui la presidente, Svetlana Celli che, in seguito alle successive e frequenti sollecitazioni, ha risposto via tweet specificando di “avere a cuore” il problema e, al contempo, negando qualsiasi flessione di “interesse” verso le richieste del Comitato. Coinvolgimento che, tuttavia, ha precisato la presidente, dipende anche dalla difficoltà di “incastrare le disponibilità” di tempo con i “referenti competenti sul tema”. Analoghi passi sono stati compiuti anche nei confronti del presidente della II Commissione consiliare sulla mobilità, Giovanni Zannola.

A oltre un mese e mezzo dagli ultimi messaggi, l’amministrazione comunale è più silenziosa del deserto anche perché sia Celli, ma soprattutto Zannola, vengono ritenuti dal Comitato poco credibili avendo votato, tra l’altro, in senso contrario alla mozione presentata in consiglio comunale per ottenere i due fatidici convogli necessari a dare maggiore continuità al servizio della Metromare.

I disservizi che affliggono il trenino per il litorale sono tabù anche per il nuovo ente di governo della Regione Lazio

I pendolari non si mostrano affatto sorpresi dell’atteggiamento evanescente degli esponenti capitolini e sottolineano che la presidente dell’assemblea, pur avendo promesso interventi anche sulle ferrovie della Roma Nord e sulla “moribondaRoma-Giardinetti, caduta in uno stadio di assoluto abbandono, non ha mai dato seguito agli impegni presi. Con effetti a cascata anche sull’atteggiamento inerte dell’Agenzia per il Controllo e la qualità dei Servizi pubblici locali di Roma Capitale (Acos) che dipende proprio dalla giurisdizione di Svetlana Celli.

L’Acos, in sintesi, si è trasformata in un controllore controllato di cui fanno parte dipendenti molto motivati a esercitare funzioni di vigilanza ma che sarebbero stati volutamente messi a tacere proprio per evitare critiche sull’operato lacunoso dell’amministrazione in tema di trasporti.

Abbiamo ricevuto rassicurazioni e anche inviti ad attendere”, ricordano i pendolari affinché, alla luce dei risultati delle elezioni regionali, si insediasse il nuovo ente di governo così da poter convocare un tavolo congiunto capace di entrare concretamente nel merito delle questioni aperte.