Roma, esplode la rabbia nel corteo per Michelle Causo: “Chiediamo giustizia”

Roma, blitz durante il corteo per Michelle e le altre vittime di femminicidio: manifestanti rompono i sigilli e danneggiano la casa dell'indagato

Roma: non si è svolto solo per ricordare Michelle Causo, il corteo programmato nel tardo pomeriggio di ieri per le strade del quartiere Primavalle. Lungo via Montoggio e fino a Via Stefano Borgia, dove la 17enne è stata trovata brutalmente uccisa, quella comunità in marcia con i familiari il fidanzato e gli amici della 17enne, come una massa compatta composta soprattutto da giovani, ha chiesto con forza che venga fatta giustizia per lei e le troppe vittime di femminicidio, decine dall’inizio dell’anno. E ad un tratto, la rabbia covata per una mese è esplosa in un gruppo di giovani partecipanti alla marcia.

Roma, blitz durante il corteo per Michelle e le altre vittime di femminicidio: manifestanti rompono i sigilli e danneggiano la casa dell’indagato

E’ passato un mese da quando il corpo senza vita e martoriato da venti coltellate di Michelle Causo è stato ritrovato vicino a una fila di cassonetti, avvolto come un rifiuto in un sacco.

Il presunto unico responsabile di questa atrocità, dopo averla massacrata nel suo appartamento di via Dusmet, l’ha trascinata in strada con un carrello della spesa abbandonandola vicino ai contenitori della spazzatura, dove era certo che sarebbe stata trovata dopo poche ore.

Una ragazza è stata uccisa, l’ennesima vittima di una brutalità per la quale un 17enne aspirante trapper figlio di una singalese e un capoverdiano, è ora indagato con la misura cautelare di detenzione in un carcere minorile e l’accusa di omicidio volontario aggravato della minorenne, della quale poi avrebbe occultato il cadavere.

Ma il dolore in quell’espressione delle istituzioni spesso limitata ai pochi giorni successivi alla tragedia di un omicidio efferato come quello di Michelle non basta più a nessuno, e il popolo, soprattutto la giovane comunità di Primavalle ieri sera lo ha dimostrato.

Allo Stato sono state rivolte le urla disperate di chi non può più accettare un’ondata ininterrotta di morte di decine di donne di ogni età. Poi nelle parole di giustizia per Michelle e le altre, il corteo si è rotto per bloccare le auto e violare i sigilli dell’appartamento di via Dusmet, dove la giovane è stata massacrata il 28 giugno scorso.

Un gruppo numeroso ad un tratto si è staccato dal corteo, dapprima bloccando il traffico mettendosi al centro della carreggiata poi addirittura colpendo le auto in sosta per cercare attenzione in quella rabbia divenuta irrefrenabile di fronte alla quale per quei giovani bisogna fermarsi.

“Qui non si passa” avrebbero urlato seguitando ad inneggiate lo stop alla violenza sulle donne, ma poi quella stessa costola aggiunta alla marcia, come un corteo impazzito sarebbe arrivata anche a violare i sigilli dell’appartamento del 17enne indagato, provocando danni e lanciando insulti nel vuoto di quell’ambiente scenario dell’orrore. Per questo blitz la Polizia sta procedendo ad identificare i responsabili, quasi tutti minorenni, e molti di loro verranno denunciati.

Al corteo che era iniziato in modo pacifico prima dell’esplosione di quella rabbia covata da un mese, hanno partecipato anche i genitori e il fidanzato di Michelle. E anche nelle parole della sua mamma la richiesta di giustizia: “Lo Stato deve fare il proprio lavoro, un delinquente del genere non doveva stare dove stava. Queste cose devono finire”.