Ostia, Enzo Girolami Castellari: “Gli strani incontri con Alberto Sordi, Anna Magnani, Aldo Fabrizi e Gigi Proietti”

Serata magica in presenza della Storia del cinema italiano: il grande regista Enzo Girolami Castellari accompagnato dall’attore e stuntman Massimo Vanni e dalla fotografa Tiziana Appetito

Serata magica quella di ieri, venerdì 21 luglio, presso lo stabilimento balneare “Le Dune Beach Resort” di Ostia. L’occasione era quella di raccontare il poliziesco all’italiana a 50 anni dalla nascita di un genere cinematografico che ha fatto scuola in tutto il mondo. L’occasione di avere come ospite l’ideatore di quel genere, Enzo Girolami Castellari, si è trasformata in una narrazione divertente e piena di aneddoti della storia del cinema italiano di quasi un secolo.

Serata magica in presenza della Storia del cinema italiano: il grande regista Enzo Girolami Castellari accompagnato dall’attore e stuntman Massimo Vanni e dalla fotografa Tiziana Appetito

Eh già perché Enzo Girolami, 85 anni di energia e lucidità, il cinema l’ha vissuto fin da piccolo. Figlio del regista Marino Girolami (regista di molti film Totò, di Walter Chiari e di Franco e Ciccio), nipote di Romolo Guerrieri (alias di Romolo Girolami), Enzo sul set c’è entrato fin dall’età di 8 anni. “Avevo 5 anni e papà portò me e mio fratello Enio sul set di Campo de’ Fiori, film del 1943 del quale era aiuto regista di Mario Bonnard – racconta Enzo – facevamo le comparse vicino a Anna Magnani e Aldo Fabrizi ma di quell’esperienza ricordo soprattutto la veridicità di tutti quei prodotti sui banchi: pesci, prosciutti, ortaggi erano di legno e di cartone dipinti. Affascinato da quelli che per noi erano poco più che giocattoli, ce li facemmo regalare e quando rientrammo a casa in via Alessandria tutti si sorpresero di quel ben di Dio fino a rendersi conto solo dopo che erano fasulli”. Per rimediare alla delusione, Anna Magnani, amica di famiglia, fece recapitare a casa Girolami un cesto con ogni leccornia.

Enzo Girolami è stato un grande protagonista del cinema italiano sia come attore, come sceneggiatore, come regista, come montaggista e persino come doppiatore. Una famiglia, la sua tutta legata al mondo della celluloide: padre e zio registi, la moglie Mirella e le tre cognate tutte montaggiste, il fratello Enio attore, il cugino Massimo Vanni attore e stuntman, la figlia Stefania regista e il figlio Andrea sceneggiatore. A proposito di doppiaggio è in questa fase cinematografica che conobbe due artisti molto cari al pubblico romano: Alberto Sordi e Gigi Proietti. “Un giovanissimo Alberto Sordi lo conobbi per la prima volta nello studio di doppiaggio – ricorda Enzo – Io ero giovanissimo, era il 1950 e avevo 12 anni. Aspettavo papà che finisse il suo turno e nella sala c’era questo ragazzo che ripeteva a alta voce una filastrocca. Esce dal doppiaggio il regista, Alessandro Blasetti, è gli chiede ‘Albe’ sei pronto?’. Lui replica di sì e attacca a recitare la filastrocca ma il regista si infuria. ‘Albe’ ma che me fai il compagnuccio della parrocchietta? No, cambia tono’. Allora Sordi ripete e ancora una volta il regista lo blocca. ‘Albe’ non me fa Ollio. Devi recitare neutro, neutro’. E solo al terzo tentativo Alberto Sordi azzecca il tono giusto e mi dice ‘Come vado ragazzi’?’”.

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Un fan di Enzo Girolami mostra la locandina originale di “Quel maledetto treno blindato” – canaledieci

Gigi Proietti – prosegue Enzo Girolami – mi era sconosciuto. Un amico però mi dice di andare a vedere questo giovane che faceva uno spettacolo alla piscina del Foro Italico. Bravo, veramente bravo, mi dico. E poi ha una bellissima inflessione vocale. Allora, alla fine dello spettacolo, mi avvicino, mi presento e gli faccio: ‘Lei ha una bella voce, vorrebbe lavorare nel doppiaggio?’. Lui mi guarda è mi dice ‘E ched’è il doppiaggio?’. Gli spiego e lui accetta. Sono stato il primo a pagargli il turno di doppiaggio: 5mila lire di lavoro. Poi è passato a una cooperativa e ha giustamente fatto la sua gloriosa carriera”.

La via di Enzo Girolami è costellata di successi, di aneddoti, di amicizie, di lavori. E’ stato il protagonista del poliziesco all’italiana ma anche dello spaghetti-western (Keoma con Franco Nero il suo capolavoro), del genere post-atomico e dei sequel dello squalo (L’ultimo squalo 1981 solo negli Usa ha incassato 18 milioni di dollari) e, soprattutto, del genere militare. Il film “Quel maledetto treno blindato” (1977) ha avuto un tale successo che Quentin Tarantino ne ha ripreso il titolo inglese (Inglorious Bastards) e si è ispirato a quella trama girando nel 2009 “Bastardi senza gloria” valso un premio Oscar (miglior interprete Cristopher Waltz) e ben 8 nomination. Tarantino di Enzo Castellari ha dichiarato pubblicamente “è il mio maestro”.

Il segreto di Sofia Loren

Il regista ha raccontato anche un gustoso aneddoto, tenuto segreto per decenni: è in possesso di un video in cui si vede una giovanissima Sofia Scicolone poi Sofia Lazzaro e infine Sofia Loren alle prime armi, a seno nudo. “Era il 1951 e si gira il film ‘Era lui… sì, sì’ con Walter Chiari e Achille Campanini, regia di Marcello Marchesi – ricorda Enzo Girolami – Mio fratello Enio faceva l’apprendista segretario di edizione e, come si usava all’epoca, per i film si girava anche un’appendice per la versione francese ovvero con un po’ di nudo dentro. Si trattava di girare una scena onirica del protagonista attorniato da odalische a torso nudo. Tutti venivano fatti uscire dal set ma mio fratello, si nascose armato di una cinepresa da 16mm e riprese la scena. Tra le odalische c’era Sofia Lazzaro, nome d’arte delle prime pellicole di quella che diventerà Sofia Loren. Conservo tuttora il filmato e non lo mostrerò mai a nessuno”.

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Massimo Vanni racconta gli aneddoti legati alla sua carriera di attore e stuntman – canaledieci

 

Massimo Vanni e Tiziana Appetito

Alla serata ha preso parte anche Massimo Vanni. Attore e stuntman, ha preso parte in circa 200 film ma il pubblico lo ricorda con affetto soprattutto per la sua interpretazione in dieci film al fianco di Tomas Milian nel genere poliziesco-comico del Monnezza. “E’ stato un grande attore, preparato, competente e generoso” sono state le sue parole a proposito dell’attore cubano scomparso recentemente. Massimo Vanni, controfigura persino di Dustin Hoffman e Al Pacino, ha ricordato con affetto anche il grande Giuliano Gemma. Di grande impatto il video dell’inseguimento con Gemma sui tetti di Venezia nel film “Caccia al ladro d’autore” (1985) mostrato durante la serata. L’inseguimento si conclude con Vanni che viene tenuto in sospeso su un vuoto alto trenta metri. “All’epoca non c’erano cordini d’acciaio o altre misure di sicurezza – ha raccontato Vanni – Avevo un corpetto di cuoio con due maniglie e Giuliano Gemma, che era un uomo fortissimo, un vero atleta, mi teneva sospeso nel vuoto solo con le sue mani. Alla fine della scena Giuliano mi mostrò i suoi avambracci: era rimasto stampato il segno delle mie unghie, m’ero aggrappato a lui con tutte le mie forze”.

Bellissima la mostra esposta da Tiziana Appetito con le immagini scattate sui vari set di Girolami e Vanni dal papà, Enrico, uno dei più importanti fotografi di scena del cinema italiano. Enrico Appetito era considerato il fotografo di Alberto Sordi ma nella sua carriera ha scattato (e lasciato nel più grande fotografico di cinema in Europa, curato dalla figlia Tiziana) qualcosa come tre milioni e mezzo di immagini con ritratti (in veri quadri in bianco e nero) dei più grandi attori e registi italiani.