Tivoli, rubano un robot anti tumori: i banditi vanno ai domiciliari

Il robot era destinato a un ospedale romano, rubato nella periferia di Tivoli. Ora gli arresti

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Carabinieri di Tivoli (immagine di repertorio)

Rubano un robot ospedaliero per bombardare tumori dal valore di un milione e mezzo di euro: dopo un anno esatto scoperti i ladri. Si tratta di 4 uomini, tra i 50 e i 60 residenti tra Tivoli Terme Guidonia e Roma Est. Hanno appena ricevuto altrettanti mandati di cattura. Per loro però niente carcere, sono stati disposti i domiciliari.

Il robot era destinato a un ospedale romano, rubato nella periferia di Tivoli. Ora gli arresti

Le indagini sono state avviate dai carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Tivoli, coordinati dalla locale procura,  il 22 maggio dello scorso anno quando è stato rubato, in un magazzino specializzato in trasporti a Tivoli Terme, un autoarticolato contenente il robot medico destinato all’ospedale San Camillo.

I ladri, dopo essersi impossessati del camion lo avevano abbandonato e trasbordato il robot su un altro tir. Il macchinario non è stato più ritrovato procurando anche un danno all’azienda ospedaliera che lo aveva ordinato.

L’apparecchio, del valore di oltre un milione e mezzo di euro (non pagato dalla Asl perché non consegnato) è considerato il massimo della tecnologia nella robotica applicata alle operazioni mediche più difficili comprese quelle oncologiche. E’ probabile che sia stato destinato al mercato clandestino estero e potrebbe nascondere un caso di spionaggio industriale.

In azione coi jammer

Dal momento del furto i carabinieri della Compagnia di Tivoli hanno iniziato a ricostruire passo dopo passo ogni minuto dell’azione criminale, grazie ad una raccolta minuziosa di dati provenienti dal camion ritrovato e dalle telecamere, fino a giungere ai volti dei quattro presunti ladri.

E’ stata la successiva perquisizione disposta nei confronti degli indagati – secondo la ricostruzione della procura – a fornire gli elementi d’indagine mancanti: a casa dei sospettati sono stati rinvenuti gli abiti indossati durante le fasi del furto nonché alcuni disturbatori di frequenza, come il cosidetti jammer, non commerciabili in Italia, utilizzati per inibire la trasmissione in radio frequenza del Gps del camion all’atto del furto.

La compiuta ricostruzione degli elementi raccolti dai carabinieri, ha consentito alla Procura di Tivoli di richiedere ed ottenere dal GIP del locale Tribunale, la misura cautelare nei confronti dei 4 indagati, provvedimento eseguito nella giornata odierna. Il gip ha disposto per tutti gli arresti domiciliari con l’accusa di furto aggravato.